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cartello-chiuso-per-cessata-attivitàRistoranti e bar in crisi anche in provincia di Teramo come nel resto d'Abruzzo. La FIPE Confcommercio Teramo h realizzato, a cadenza annuale, il rapporto sulla dinamica imprenditoriale dei pubblici esercizi allo scopo di monitorare evoluzione e “stato di salute” del settore. L’elevato turn-over imprenditoriale che da sempre caratterizza il mondo dei pubblici esercizi è indice di vitalità e, al contempo, di fragilità per la dispersione di competenze e di investimenti che ne consegue. Giova ricordare, infatti, che il tasso di sopravvivenza a cinque anni delle imprese di questo settore è di poco superiore al 52%. Lo scrive in una nota Gianpiero D'Angelo  della Fipe Confcommercio Teramo. Negli ultimi anni si è consolidato, complice la crisi, il saldo negativo tra aperture e chiusure e l’anno che si è appena concluso ne è ulteriore conferma. La provincia di Teramo ha visto aprire 109 attività tra ristoranti e bar ma al contempo ne ha chiuso 188 con un saldo negativo per la provincia Teramana di -79 pubblici esercizi. Secondi solo alla provincia di Chieti che conta un saldo negativo di 97 attività. Seguono Pescara con meno 69 e L'Aquila con un meno 66. Un settore, quello dei pubblici esercizi, che si dimostra ancora in difficoltà; provato ancora oggi da una liberalizzazione che ha stressato il mercato con un eccesso di offerta, tartassato da una eccessiva pressione fiscale e normativa e che deve misurarsi quotidianamente non solo con competitor totalmente abusivi ma anche con altri che, in virtù di una supposta occasionalità o invocata assenza di scopi di lucro, in realtà si rivolgono alla stessa identica domanda senza rispettare obblighi fiscali, lavoristici e di sicurezza.