ALBA ADRIATICA/ COLONNELLI: «RIENTRO NEL PD. MINOSSE NON POTEVA CACCIARMI, ADESSO SI DIMETTA»
Caso tessere PD: “Anche l’ultimo dei tre perseguitati dal PD teramano, Nicolino Colonnelli, è stato riammesso nel PD. La Segreteria provinciale,la segreteria locale e la Commissione di Garanzia Provinciale hanno violato i diritti sanciti dalla Costituzione italiana: la Commissione Regionale di Garanzia ha ritenuto illegittima la decisione di rifiutare il tesseramento PD a Nicolino Colonnelli.” A dirlo durante una conferenza stampa che si è svolta ad Alba Adriatica lo stesso Colonnelli:
Dopo circa 6 mesi di attesa finalmente si è giunti all’epilogo sul mancato tesseramento PD di alcuni esponenti della Provincia di Teramo: Daniele Zunica, Mario Tulini (questi già riammessi) e Nicolino Colonnelli.
Venerdi 5 agosto, infatti, è arrivato l’ultimo verbale dalla Commissione Regionale di Garanzia che senza equivoci ritiene illegittimo il diniego al tesseramento di Nicolino Colonnelli.
Si legge infatti nel verbale: “Il Segretario del Circolo infatti ha riferito che il tesseramento sarebbe stato rifiutato perché il Colonnelli, in spregio del Codice Etico del Pd, si sarebbe profuso in dichiarazioni ed atteggiamenti contro la gestione del Circolo di Alba Adriatica e che farebbe parte di schieramento diverso ed in contrasto da quello del PD.
La CRG al riguardo ritiene che quanto dedotto dal Segretario Del Circolo rientri nell’ alveo del libero esercizio del diritto di espressione e di critica -costituzionalmente garantiti ed a cui di certo non può derogare lo statuto o il codice etico di un Partito che peraltro di tali diritti si fa garante-.
Non essendo emersi ulteriori profili di incompatibilità con l’art. 2 dello statuto el Pd, si ritiene che la decisione di rifiutare il tesseramento sia illegittima”
“Giustizia è fatta!” – dichiara Nicolino Colonnelli – “E’ stata ridata dignità politica ad un esponente che ha sempre militato e contribuito alla crescita del centrosinistra provinciale, nonché fondatore del Partito Democratico. Soprusi, abusi di potere e violazione delle regole statutarie sono stati compiuti dalle segreterie e dalla Commissione di Garanzia provinciale del P teramano che, asservita al volere di chi gestisce il partito in maniera autoritaria, ha ben scelto di non decidere su questa vicenda. Farebbero bene ora a dimettersi tutti! “Il regime è stato finalmente smascherato,” – continua Colonnelli – “Minosse non può più ricoprire il ruolo di segretario provinciale, non ne ha le capacità, è ora che si dimetta! Ha distrutto e sta continuando a distruggere un Partito per mantenere in vita dei piccoli comitati elettorali; un segretario di partito che divide invece che riunire, che si schiera con chi gli fa comodo perché essi garantiscono la sua sopravvivenza; un segretario che usa il proprio potere per creare il vuoto attorno a sé non è degno di ricoprire questo importante ruolo. Il nostro caso è assurto agli onori della cronaca perché abbiamo deciso di andare in fondo a questa vicenda ma di casi come il nostro è piena la provincia di Teramo ! Persone come Minosse e Viviani, che covano rancore, non possono essere dirigenti di un partito che per vocazione deve aprire ed unire a nuove esperienze e personalità. Di fronte a questo evidente tentativo di estromettere dalla vita del partito chi dissente, spero che il Segretario Regionale Rapino prenda le le dovute contromisure , pena la disgregazione di un patrimonio politico importante;
qualora la cosa finisse qui, sarebbe come legittimare ogni forma di abuso di potere da parte del segretario di turno che gestisce il partito come una proprietà privata .
Attendo fiducioso una presa di posizione netta della segreteria Regionale nonché di esponenti di spicco del partito che invito a prendere le distanze da questo modo lobbistico di gestire il PD.
Per tutti i motivi sopraelencati ,valuterò ora con serenità, insieme a coloro che mi hanno sostenuto e continuano a sostenermi, la posizione da prendere rispetto a questo provvedimento !! “.
Colonnelli ha anche spiegato che il partito: il Pd provinciale è spaccato: da una parte vi sono Viviani e Minosse che non farebbero il bene del partito e dall'altro c'è l'assessore regionale Dino Pepe che il partito sta cercando, invece, di riorganizzarlo. Come finirà? Forse il prossimo congresso potrà dirlo.
ASCOLTA UNA PARTE DELLA CONFERENZA DI COLONNELLI