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scalinata Santuario (1) IMG_9572Cala il sipario sulla XXXVI Tendopoli di San Gabriele. L’ultimo giorno della Tendopoli si è aperto con la tradizionale marcia a piedi verso Isola del Gran Sasso. Ad attendere i tendopolisti nel Santuario al ritorno c’era il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco, con altri quindici sacerdoti provenienti da tutta Italia. <> ha esordito così il cardinale Parolin prima di iniziare una partecipata e seguitissima celebrazione eucaristica << E’ stata un’esperienza esaltante e indimenticabile, vissuta insieme a papa Francesco e a una moltitudine di vostri coetanei provenienti da tutti i continenti. Il Papa stesso lo ha definito “un vero e proprio Giubileo dei giovani a livello mondiale”. Quando in nome di Cristo la Chiesa convoca un Giubileo, siamo invitati a vivere uno straordinario tempo di grazia. Mi auguro pertanto che anche questa 36° Tendopoli, che ha avuto per tema la misericordia, sia stata uno straordinario tempo di grazia nel segno del Giubileo. Sono lieto di portarvi la vicinanza, il saluto e la benedizione del Santo Padre e vorrei in questa omelia della messa conclusiva riprendere alcuni punti salienti del suo ricchissimo insegnamento sulla misericordia e lasciarveli, insieme a tante altre cose belle che avete scoperto e sperimentato in questi giorni, come una mappa per il vostro futuro. Celebrare il Giubileo della misericordia significa innanzitutto fare esperienza della misericordia di Dio. Forse qualcuno di voi ha un peso nel cuore: non temete Lui vi aspetta. Lui è padre: ci aspetta sempre. Com’è bello incontrare nel sacramento della riconciliazione l’abbraccio misericordioso del Padre, scoprire il confessionale come il luogo della Misericordia, lasciarci toccare da questo amore misericordioso del Signore che ci perdona sempre. In questa luce il Papa ci invita a riscoprire le opere di misericordia corporale: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti. Senza dimenticare le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti. Io ragazzi vi invito subito a fare un’opera di misericordia spirituale, l’ultima. Pregare Dio per i vivi e per i morti. La mia venuta tra di voi, infatti, ha riacceso in me, nella mente e nel cuore, il ricordo del mio primo incontro con la Tendopoli a Valencia, in Venezuela, (in Venezuela la Tendopoli si fa da 20 anni) dove ero Nunzio Apostolico, quando padre Francesco mi invitò lì nel 2011, come ora a celebrare la messa conclusiva. Sappiamo che il Venezuela si dibatte in pesantissime difficoltà sociali, politiche ed economiche, che stanno procurando grandi sofferenze a quella cara popolazione. Preghiamo per loro. Preghiamo perché i protagonisti della vita pubblica e le componenti della società siano saggi e coraggiosi a trovare soluzioni pacifiche e prevalgano in tutti il senso del bene comune, della giustizia, della solidarietà e dell’amore. Poi vi chiedo come ha già fatto il Papa di scegliere un’opera di misericordia corporale e una spirituale da mettere in pratica ogni mese. Voi cari giovani siete creativi e concreti e non vi mancherà certamente la fantasia per esercitare in maniera nuova le opere di misericordia corporali e spirituali».