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Le alienazioni dei beni immobili, nelle maggior parte delle amministrazioni, avvengono con procedure chiare e pubbliche con la massima trasparenza , ciò che non avviene nel nostro ente dove il tutto avviene su richiesta privata per poi trovare un avallo in consiglio comunale. Diverse volte l'assise comunale è stata chiamata in causa per vagliare richieste di cessione di beni immobili come relitti stradali, piccoli terreni e altro sicuramente non strumentali per l'ente, ma proprio per la loro non funzionalità regolamentati dal legislatore, art. 12 legge 127/97 e art. 58 del d.legs. 112 del 25/06/2008 convertito in legge n.133 del 06/08/2008. Gli enti locali "normali" predispongono un regolamento, viene stilato un elenco dei beni non strumentali per l'ente, puntualmente aggiornato, dopo di che vengono avviate tutte le procedure del caso. Ciò non avviene nel nostro comune, dove si percorre il sistema inverso: c'è la richiesta del privato, la relazione di un tecnico esterno,lautamente pagato, che fa una stima dei beni da alienare o permutare sia dal punto strumentale che economico, poi il tutto viene portato in consiglio comunale per la ratifica. Non ci vuole uno scienziato per capire che quando il faldone approda in consiglio, salvo ripensamenti e dubbi dell'ultim'ora della maggioranza, l'iter va in porto.                                                                                                                                              Più volte ho contestato questo modo di fare e ho sollecitato la maggioranza a fare una ricognizione dei beni da sdemanializzare e successivamente di inserirli nel "Piano delle alienazioni e valorizzazione", in modo poi da procedere con iter limpidi e pubblici : purtroppo non sono mai stato ascoltato. Nell'ultimo consiglio oltre a richieste di privati è giunta pure quella, secondo me inopportuna di un assessore, M.T., che ha permutato una sua area con una limitrofa e un'altra non attigua al proprio corpo abitativo adducendo, tra il serio e il faceto, la necessità di ricavarne un posto auto, come se a Villa Lempa mancassero opportunità di parcheggio. Riflessione: 1) il politico locale ha potuto usufruire di una posizione di privilegio conoscendo dal di dentro tutto l'iter ? 2) se il bene veniva inserito nel "Piano delle alienazioni e valorizzazione", e quindi si doveva procedere con evidenza pubblica, forse si dava la possibilità a una platea più ampia di poter concorrere all'acquisizione di  quel "posto auto"? Non è mia intenzione emettere "sentenze", sto riportando solo fatti. È compito della minoranza mettere in evidenza ciò che è socialmente rilevante per una comunità, o almeno si ritiene tale. Quanto sia difficile cambiare lo sappiamo tutti, forse non c'è nemmeno la volontà di provarci perché temiamo di perdere ciò che abbiamo, di alienarci simpatie, di mutare equilibri. Il consigliere di Inversione di Rotta Giuseppe  Zunica