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beccaccia cacciaDa poco emessa l’ordinanza del TAR Abruzzo che, accogliendo il ricorso del WWF Italia, sospende l’efficacia del calendario venatorio 2016/17 della Regione Abruzzo per quanto riguarda l’estensione del periodo di caccia fino a gennaio ad alcune specie avifaunistiche (Beccaccia, Cesena, Tordo bottaccio, Tordo sassello). Grande soddisfazione viene espressa da Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo: “è una sconfitta di chi ha voluto impostare la gestione venatoria senza ascoltare le nostre proposte che semplicemente chiedevano un po’ di buon senso e il rispetto delle normative italiane e comunitarie”. Dopo che nelle scorse settimane il TAR Abruzzo aveva sospeso il calendario venatorio regionale di fatto impedendo preapertura e apertura della caccia a settembre, ieri i giudici del Tribunale abruzzese hanno ritenuto di primaria importanza il rispetto delle indicazioni dell’ISPRA, l’Istituto nazionale che fornisce pareri sulla materia venatoria, e hanno rigettato le ragioni addotte dalla Regione per giustificare il prolungamento dei periodi di caccia. Dieci avvocati tra quelli della Regione Abruzzo e quelli delle associazioni venatorie sono intervenuti ieri in udienza a L’Aquila per difendere un indifendibile calendario venatorio. Dalla parte della fauna e della stragrande maggioranza di abruzzesi contrari alla caccia il solo avvocato del WWF, l’avv. Michele Pezone che, nonostante l’evidente disparità nei numeri è riuscito a dimostrare la fondatezza delle posizioni dell’Associazione. I giudici hanno giustamente applicato il principio di precauzione secondo il quale non è possibile allungare i periodi di caccia fino a gennaio senza studi e monitoraggi delle specie sul territorio. “Perché la Regione Abruzzo, al pari di tante altre regioni italiane, continui a seguire i diktat delle associazioni venatorie, rimediando così sonore sconfitte davanti alla magistratura amministrativa è qualcosa di inspiegabile”, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia che ha firmato il ricorso per l’Associazione. “Sono anni che puntualmente i calendari venatori abruzzesi subiscono delle pesanti censure. Viene da chiedersi se gli amministratori e i funzionari regionali agirebbero così se fossero direttamente chiamati a pagare per le loro scelte, invece di far ricadere i costi amministrativi e legali di questi comportamenti sulla testa dei contribuenti”. Il WWF rinnova ancora una volta l’invito alla Regione a cambiare strada e ad aprire un confronto serio con il mondo ambientalista per giungere ad una gestione faunistica corretta.