
L'Acs presenta lo stato di fatto del teatro comunale che nasconde degrado ed indifferenza e che oggi mostriamo alla città. Eleonora Coccagna ha spiegato che la stagione di prosa sarà unica ed incastrare due stagioni è solo un'utopia. La collettività non va dietro ad un marchio, il resto sono chiacchiere».
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In relazione alle dichiarazioni rilasciate oggi dai vertici di ACS nel corso della conferenza stampa appositamente convocata, la Riccitelli puntualizza e precisa quanto segue, ripercorrendo prima necessariamente la successione cronologica dei fatti:
- la mattina del 23 marzo ACS presenta alla stampa la sua Stagione di Prosa aprendo la conferenza con la dichiarazione che a Teramo non ci sarebbe stato posto per due Stagioni di Prosa ma solo per la loro
la mattina del 1 aprile il presidente della Riccitelli Cocciolito incontra la stampa e anticipa alcuni appuntamenti del nuovo cartellone, comunicando ufficialmente che la conferenza stampa di presentazione della nuova Stagione di Prosa sarebbe avvenuta il 13 aprile, alla presenza del direttore artistico Ugo Pagliai
soltanto dopo questa comunicazione, alle ore 12.08 e quindi nella tarda mattinata dello stesso giorno e per la prima volta, arriva la richiesta ufficiale di collaborazione da parte di ACS, individuata e proposta in una stagione unica condivisa pur in non meglio identificato rispetto delle reciproche autonomie e individualità.
A seguito della suddetta richiesta, la Riccitelli risponde ufficialmente e delega il Segretario Leandro Di Donato ad avviare incontri utili al chiarimento e alla definizione delle posizioni. L’incontro tra il Presidente di ACS Federico Fiorenza e Leandro Di Donato si è tenuto il 6 aprile e viene regolarmente riportato al CdA convocato successivamente, l’11 aprile.
durante il Cda dell’11 aprile, mentre Leandro Di Donato riferiva i contenuti dell’incontro con Federico Fiorenza, ACS convocava per il 12 aprile una conferenza stampa per denunciare il fatto che la Riccitelli si è “permessa” di allestire il cartellone della sua Stagione di Prosa
Tralasciando i dettagli di una collaborazione già così confusa e di difficile realizzazione, appare strano l’arrivo della richiesta solo dopo la presentazione da parte di ACS della sua Stagione di Prosa, con il botteghino aperto al pubblico dal 3 aprile e quindi tutt’altro che in attesa di risposte su fantasiose collaborazioni; appare strana la meraviglia dei vertici di ACS nel verificare che la Riccitelli, come da comunicazioni ufficiali, stava e sta procedendo alla definizione della conferenza stampa di presentazione della nuova Stagione; appare strana la meraviglia del presidente Fiorenza nell’interpretare in maniera alquanto personalistica i ripetuti colloqui (telefonici e personali), con Leandro Di Donato, consigliere di Amministrazione della Riccitelli e delegato, a seguito della richiesta, a discutere modi e tempi della collaborazione che, è opportuno sottolineare, vengono solitamente definiti ben prima delle ufficializzazioni delle stagioni, che di per sé comportano impegni e lavoro di settimane, se non di mesi, e che non possono essere né improvvisati né modificati a cose fatte; appare strana la unilateralità dei punti di vista di ACS, che da una parte si fa portavoce di apertura e di multilateralità, dall’altra afferma e conferma che la Riccitelli non entrerà al Teatro Comunale di Teramo per la sua Stagione di Prosa, non mancando curiosamente di ribadire nello stesso intervento che il Comunale è il teatro della città di Teramo e non deve essere precluso a nessuno; appare strano che la tempistica venga così opportunamente ignorata o interpretata come un rifiuto alla collaborazione; appaiono strane, persino offensive, le insinuazioni opportunamente ventilate sui presunti vantaggi economici della Riccitelli quale unico motivo di interesse alla realizzazione della Stagione di Prosa; appare strano l’accanimento nel voler impedire a una Società, la Riccitelli, dopo 12 anni, il regolare svolgimento delle sue attività istituzionali nell’ambito del teatro di prosa, la Stagione di Prosa appunto, un piccolo miracolo di successo artistico e di pubblico che oggi, non a caso, si vuole intenzionalmente distruggere per utilizzarne e strumentalizzarne le conseguenze.
Se il Teatro Comunale di Teramo appartiene alla città, la Riccitelli, come ogni altra istituzione o associazione, non può averne precluso l’utilizzo.
Se la cultura, l’arte, il teatro, sono non soltanto un patrimonio individuale e collettivo ma sinonimi di pensiero libero, di rispetto, di formazione e rafforzamento di senso civico e di educazione, di tolleranza, di libertà, allora nessuno dica a nessuno cosa può e soprattutto cosa non può fare.
Ci si può lecitamente chiedere: con quale diritto, con quale arroganza, ci si attribuisce il potere di tali decisioni?
Intanto, la Riccitelli conclude la nota, domani terrà una conferenza stampa di presentazione della sua Stagione di Prosa…e si parlerà solo di teatro per festeggiare il teatro, con la gioia, l’emozione e il disinteresse che appartengono da sempre alla Riccitelli, chiude la nota.