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La notizia arriva alle due di stanotte dalla Prefettura dove si era riunito il tavolo tecnico. "Nel corso della riunione in Prefettura, presieduta dal Presidente della Regione Luciano D'Alfonso e dal Prefetto di Teramo, l'ARTA ha comunicato i risultati dei sei campioni d'acqua prelevati, riferendo che ...in base alle analisi effettuate i campioni in esame sono conformi alla normativa vigente.
In ragione di tale comunicazione l'A.S.L. ha informato che "...si revoca la disposizione e l'acqua può essere destinata ad uso potabile. Continuerà il monitoraggio con esecuzione dei prelievi in rete ed alle opere di captazione...". Oggi ne saranno ripetute altre intanto il Ruzzo sta rimettendo l'acqua nelle condotte per scongiurare per oggi la mancanza d'acqua nelle case. Come dire l'allarme diramato alle ore 17.50 era una specie di precauzione dettata da alcuni prelievi. Per questo allarme alla popolazione a seguito dei prelevi dell'Arta oggi le scuole sono state chiuse, i supermercati presi d'assalto, la gente è finita nel panico con scene da film alla ricerca dell'ultima bottiglia d'acqua disponibile in commercio, le fabbriche hanno chiuso. Ma come è possibile tutto questo? L'emergenza rientra ma non puo' essere considerata come se nulla fosse. Oggi qualcuno dovrà fornire spiegazioni più concrete a cominciare dall'Arta... di questa ennesima bruttissima figura fatto fare a tutto il territorio provinciale teramano. Ancora una volta si è dimostrata la nostra mancanza di preparazione in casi di emergenza come questa, come la neve, come il terremoto. E da oggi in poi chi avrà il coraggio di bere l'acqua del Ruzzo? Federico Agostinelli assessore a Campli scrive su facebook: «Ore 3.00 Vi aggiorno che ho da poco appreso che Tutte le analisi dell'ARTA hanno dato esito negativo. La Asl quindi revoca il provvedimento e conferma la potabilità dell'acqua. In attesa del comunicato ufficiale il mio consiglio è di aspettare a bere acqua dai rubinetti...». La Procura apre il secondo fascicolo. Dopo quello dei mesi scorsi su una presunta contaminazione delle acque captate dai pozzetti che insistono nell'area dei laboratori nazionali del Gran Sasso e delle gallerie autostradali, da ieri c'è quello sul nuovo presunto caso di inquinamento. L'ipotesi è quella di reati ambientali. L'inchiesta, aperta dal pm di turno Stefano Giovagnoni, è coordinata dal procuratore Antonio Guerriero. E ieri sera, nella caserma dei carabinieri, c'è stato un primo vertice tra magistrati e militari del Noe, il nucleo operativo ecologico. Come primo atto, in attesa delle acquisizioni dei documenti, già ieri sera esponenti del Ruzzo e della Asl sono stati sentiti come persone informate sui fatti. L'obiettivo è quello di ricostruire l'esatta dinamica e accertare la presenza di eventuali ipotesi di reato. E' probabile che questo fascicolo venga riunito con l'altro aperto dopo i fatti di agosto e in seguito a vari esposti presentati.