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Anche l’Albo nazionale dei consulenti finanziari, o meglio l’Ocf, l’Organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei consulenti finanziari, ha avviato un procedimento nei confronti del dipendente della filiale teramana dell’Unicredit oggetto, in queste ore, di una serie di inchieste, da parte di Carabinieri e ispettori della banca. Il funzionario, cinquantenne, sposato, residente in un Comune della provincia di Teramo e impegnato attivamente anche nel mondo dello sport, avrebbe negli anni prelevato indebitamente dai conti dei clienti somme che, in totale, ma si tratta di una stima molto approssimativa, supererebbe il milione e mezzo di euro. Forte della sua posizione e di un portafoglio clienti di grande valore, costruito in più di dodici anni di lavoro in Unicredit, il consulente avrebbe all’improvviso cominciato a distrarre somme dai conti dei clienti. Il meccanismo è fin troppo facile, rilasciava all’investitore false ricevute della banca, ma in realtà intascava il denaro. Per impedire che il cliente si accorgesse della sparizione, era uso registrare in banca un indirizzo diverso. Per esempio, se il cliente era di Sant’Omero, il consulente lo registrava in banca come residente a Tortoreto, così le comunicazioni periodiche e soprattutto gli estratti conto non sarebbero mai arrivati alla giusta destinazione. Se il cliente, di sua iniziativa, avesse fatto una verifica del conto e avesse scoperto l’ammanco, ovviamente avrebbe subito chiesto spiegazioni al consulente, il quale avrebbe subito fornito qualche (falso) documento bancario che attestava la presenza sui conti delle somme mancanti. Il gioco truffaldino si è scoperto perché qualche cliente, intuendo tutto, non si è fidato delle spiegazioni del consulente, ma ha chiesto delucidazioni alla Banca e poi presentato denunce alla Procura. L’azione avviata dall’Ocf, l’organismo di vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei consulenti finanziari, potrebbe portare alla segnalazione del fatto alla Consob, che è l’Autorità italiana di vigilanza sui mercati finanziari, che potrebbe poi sospendere il consulente, impedendogli di fatto di operare. Quella dell’Unicredit è infatti una sospensione “interna”, che impedisce precauzionalmente al dipendente di lavorare per l’Istituto, quella della Consob sarebbe una vera e propria “paralisi” professionale. Sul caso stanno indagando anche i Carabinieri, che negli ultimi giorni avrebbero sentito anche colleghi del dipendente sotto inchiesta per cercare di capire, soprattutto, quale possa essere stata la “ragione” dell’appropriazione del denaro.