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Condannate perchè, per ben sette mesi, sarebbero uscite dall'ufficio durante l'orario di lavoro senza timbrare il cartellino o, in base alle proprie esigenze, l'avrebbero timbrato per poi lasciare subito dopo il posto di lavoro. Un'accusa che ha visto due dipendenti del Comune di Pineto patteggiare davanti al giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Teramo Roberto Veneziano una pena ad un anno e sei mesi e 300 euro di multa ciascuna per le accuse di truffa aggravata ai danni dello stato e falsa attestazione della propria presenza in servizio, in violazione, in quest'ultimo caso, del Testo unico del pubblico impiego. Secondo quanto veniva contestato dalla Procura, le due donne con frequenza quasi giornaliera avrebbero attestato falsamente, tra l'ottobre del 2015 e il maggio del 2016, la loro presenza in servizio anche in momenti in cui erano impegnate in attività personali al di fuori degli uffici del municpio. In particolare, secondo le accuse formulate dalla Procura, ognuna delle due donne, in diverse occasioni, avrebbe timbrato oltre al proprio badge anche quello della collega, agevolandone così l'entrata in ritardo o l'uscita in anticipo dal lavoro, pur risultando sul posto di servizio. Inoltre, sempre secondo l'accusa, le due impiegate in numerose occasioni sarebbero uscite dall'ufficio senza timbrare o, viceversa, avrebbero timbrato il cartellino in entrata pur essendo rimaste fuori per esigenze personali. In questo modo avrebbero indotto in errore il Comune di Pineto rispetto alla loro effettiva presenza in servizio, procurandosi, come si legge nel capo di imputazione, «un ingiusto profitto costituito dal percepimento della retribuzione anche per le ore o frazioni di ore in cui erano in realtà assenti con correlativo danno patrimoniale per l'ente».