Criticità su stato delle infrastrutture, sicurezza e interventi economici espresse in due dettagliati esposti che inviammo a nove procure da cui nacquero le inchieste de Le Iene (dal titolo inequivocabile "I ponti delle autostrade A24 e A25 a rischio crollo?") e i servizi di numerose altre testate nazionali ed internazionali che fecero scalpore.
Continua però la mancanza di trasparenza sulle informazioni basilare per queste infrastrutture.
Apprendiamo dalla stampa che la Procura di L'Aquila ha chiesto il rinvio a giudizio per ipotesi di reato gravissime circa lo stato di insicurezza di molti viadotti dell'autostrada A24 del territorio di competenza della procura. Sappiamo che ci sono altre inchieste in corso da parte di altre procure sullo stesso argomento. Sulla questione avevamo, infatti, depositato a nove procure ben 2 esposti ad agosto e settembre 2018, fondati sia su nostri sopralluoghi svolti al di sotto di numerosi viadotti di A24 e A25 presi a campione sia su un'approfondita analisi dei dati economici su investimenti su manutenzione ordinaria e straordinaria da cui emergevano gravissime criticità, molte delle quali inequivocabili.
Il tutto per un'autostrada con pedaggi pagati a peso d'oro dagli utenti, con pile dei viadotti e impalcati con ferri scoperti e cemento che si sbriciolava sotto alle nostre dita, con animali domestici e selvatici, da orsi a vacche, che entrano periodicamente sull'autostrada con gravissimi rischi per l'incolumità degli automobilisti.
Ovviamente il percorso penale di questa inchiesta farà il suo corso per valutare le eventuali responsabilità ma la mobilitazione dei cittadini come spesso accade è stata fondamentale per far emergere problematiche enormi, sottaciute da troppi soggetti, pubblici e privati, in un clima di silenzi, accuse proprio da Strada dei Parchi che negava pure davanti all'evidenza e diffusa mancanza di trasparenza.
Questione che persiste, visto che il Ministero dei Trasporti, anche con l'opposizione proprio di Strada dei Parchi e Autostrade per l'Italia, ci ha negato l'accesso agli atti sulle carte relative all'attuazione dei piani di manutenzione dal 2015 al 2020 della rete autostradale. Abbiamo dovuto depositare un ricorso al TAR del Lazio di cui stiamo aspettando la sentenza. Elementi che dovrebbero essere resi pubblici proattivamente dal Ministero perché i cittadini hanno il diritto di sapere se e come sono spesi i soldi su infrastrutture pubbliche date in concessione ai privati che ci lucrano.