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ospedaleMazziniLe notizie giornalistiche in merito ad un’indagine giudiziaria a carico di alcuni personaggi politici regionali abruzzesi, per aver ricevuto denaro ed “altre erogazioni”, con l’impegno a far bandire la gara per l’esecuzione di un project financing per la realizzazione del nuovo polo oncologico dell’ospedale di Chieti, dimostrano quanto siano doverosi i nostri timori per un progetto di finanza per un nuovo nosocomio a Piano D’Accio di Teramo.

Da sempre sosteniamo che la sanità deve rimanere esclusivamente pubblica sia nella gestione che nella realizzazione di strutture immobiliari e nell’acquisizione di beni e servizi. Ogni intrusione di privati ne potrebbe inficiare la sua funzionalità, come peraltro ha dimostrato la sanità lombarda nella grave crisi da Covid, che ha registrato in quella regione le peggiori criticità a livello nazionale.
Una riproposizione di quel modello nel territorio teramano sarebbe oltremodo deleterio oltreché eccessivamente oneroso per i cittadini e per le future generazioni.

Lo scrivente Coordinamento ribadisce per l’ennesima volta che una nuova struttura sanitaria, ad un costo notevolmente inferiore e con nessun danno ambientale, potrebbe essere realizzata nel sito dell’attuale nosocomio del Mazzini, attraverso un suo ampliamento, una sua messa in sicurezza sismica ed una sua riqualificazione strutturale. Tutto quanto con uno studio di fattibilità che, a nostro parere, potrebbe comportare un impegno di spesa di circa €130 mln, di cui la Asl di Teramo ne dispone €120 (82+18) mln, a titolo di finanziamento da parte del Ministero della Salute.

A noi sembra una scelta razionale e vantaggiosa per la collettività teramana in quanto:
a) non vi sarebbe ulteriore consumo di suolo rispetto alla localizzazione in Piano D’Accio;
b) eviterebbe un ulteriore squilibrio territoriale della città;
c) non si darebbe luogo ad un abbandono di un altro vuoto contenitore da parte della Asl;
d) avrebbe un costo notevolmente inferiore (circa un terzo)rispetto all’ipotesi Piano D’Accio;
e) il nuovo nosocomio rimarrebbe posizionato in collina, sito notevolmente più salubre in confronto all’ipotesi Piano D’Accio.

La sanità abruzzese e quella teramana in particolare dovrebbero tendere alla riduzione delle liste di attesa; ciò si potrebbe realizzare investendo in risorse umane ed in nuove tecnologie, piuttosto che in vuoti contenitori. A nostro parere questa è la via per una migliore sanità teramana.


Domenico Bucciarelli