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Conquista un solo posto in classifica la provincia di Teramo e sale al 72esimo posto rispetto al 73esimo del 2013 la provincia di Teramo. Sul podio della Qualità della vita 2014 c'è  Ravenna. La ricerca del Sole 24 Ore del Lunedì - che ogni anno confronta le performance delle province italiane tramite un’articolata serie di parametri suddivisi in sei capitoli d'indagine - festeggia oggi la 25ª edizione. Un quarto di secolo di una competizione giocata sulle statistiche (e le relative pagelle) con le quali si è cercato di monitorare i progressi e i ritardi del territorio, aggiornando continuamente gli strumenti utilizzati per misurare la vivibilità.  
Quello che però non è cambiato è il divario che caratterizza lo sviluppo del Paese: è ancora netta la divisione tra un Nord che nonostante la lunga crisi in qualche modo se la “cava” e un Sud rallentato dalle emergenze sui fronti del lavoro, delle infrastrutture e dell'ambiente. Anche quest'anno fanalino di coda è infatti una provincia del Mezzogiorno, Agrigento: una maglia nera che ha già avuto modo di indossare nel 2007 e nel 2009.
Ravenna scalza Trento, vincitrice dell'edizione 2013, soprattutto grazie agli alti voti ottenuti in materia di «Servizi, ambiente e salute» (dove è prima): la disponibilità di asili rispetto alla potenziale utenza è il doppio della media, il tasso di emigrazione ospedaliera non raggiunge il 3% (media 9%), l'indice di smaltimento cause civili è pari a 52 (media 38). Bene fa anche nel capitolo «Affari e lavoro» (ottimo rapporto tra impieghi e depositi e alto tasso di occupazione, 67%) e nella «Popolazione» dove spicca per il miglior rapporto tra under 15 e over 64 (121 contro 87). Bocciatura però al capitolo «Ordine pubblico»: le alte incidenze di denunce di furti in casa, scippi e borseggi, rapine la relegano al 103° posto. Una situazione, questa della sicurezza, che comunque accomuna molte province del Nord e grandi aree metropolitane. Su questo fronte si prende invece una rivincita l'altra protagonista della ricerca 2014: Agrigento sui reati può sfoggiare un 29° posto, grazie al basso tasso di denunce presentate rispetto alla popolazione. La classifica Guardando la classifica dell'edizione 2014 nel suo insieme, si osserva una top ten composta prevalentemente da realtà medie o piccole, del Nord Est, montane. E il modello emiliano-romagnolo - nonostante gli scricchiolii avvertiti con la forte astensione alle elezioni regionali di domenica scorsa - dimostra in fin dei conti di tenere, visto che altre tre province accompagnano Ravenna tra le prime dieci (Modena, Reggio Emilia e Bologna). Buoni i risultati del Centro, in particolare delle province toscane (Siena è nona e Livorno 11ª). Il Mezzogiorno riesce a spingersi nella prima parte della classifica solo con le province sarde (Olbia-Tempio, Sassari e Nuoro). Per il resto anche questa volta deve rassegnarsi alla parte bassa, dove prevalgono province siciliane, calabresi e pugliesi. Napoli, ultima nella scorsa edizione, guadagna il 96° posto. Quanto alle due maggiori, entrambe segnano progressi: Milano scala due posti e arriva ottava, Roma ne risale otto e occupa il 12° gradino. Più o meno stabili le altre, avvantaggiate da pagelle accettabili - nonostante il difficile momento congiunturale - nelle aree tematiche più riferite all'economia, ma come sempre con risultati poco soddisfacenti alla voce sicurezza.