LA DENUNCIA: "IN ABRUZZO FRANANO LE STRADE...E FRANA IL CICLOTURISMO"
"In Abruzzo franano le strade, e con esse frana il turismo in bicicletta". Torna a denunciarlo il CiClaT, diffondendo le immagini scattate da un iscritto e frequentatore, come centinaia di ciclisti in sella a bici da strada o mountain bike "delle strade interne del nostro bell'Abruzzo, Regione Verde d'Europa e, a detta dei nostri amministratori regionali, futura patria del cicloturismo in tutte le sue forme". Le immagini riprendono "la strada provinciale che collega Campo Imperatore a Vado di Sole e Rigopiano, ai confini tra le Province di Pescara e L'Aquila. Tratto bellissimo, itinerario classico di migliaia di appassionati della bicicletta; purtroppo dissestato dal maltempo degli scorsi mesi e dalla cronica mancanza di fondi aggravata dalle politiche nazionali sulla "riorganizzazione" delle Province. Strada dissestata, dicevamo, che, invece di essere sistemata viene vietata al transito a ciclisti e motociclisti, impedendo, di fatto, la percorribilità di uno degli itinerari più utilizzati da cicloturisti e cicloescursionisti". Eppure "la Regione Abruzzo dice di voler promuovere il cicloturismo, e qualche hanno fa ha anche pubblicato una cartina dei percorsi in biCicletta su strada, molti dei quali, ahinoi, impercorribili per le condizioni del manto stradale (vedi, ad esempio, la strada che porta ai Prati di Tivo, e molte altre). Il cicloturismo, soprattutto quello che utilizza strade interne a basso traffico, è una cosa seria, e ha bisogno di pochissime infrastrutture, ma di una manutenzione stradale continua e di una segnaletica adeguata. Invece, tranne le chiacchiere e i singoli progetti (non crederanno mica di far diventare l'Abruzzo una regione cicloturistica con i soli 131 km di Bike to Coast?), manca completamente una visione pianificatoria della rete cicloturistica regionale, con un piano della mobilità ciclistica e una rete ciclabile Regionale, come previsti dalla legge regionale n. 8 del 2013. Si dovrebbe prendere esempio dalla Provincia Autonoma di Trento che ha un indotto di 100 milioni e più di euro l'anno dovuto ai turisti in bicicletta, molti dei quali provenienti anche dall'Abruzzo". Conclude il Ciclat: "Diciamo alla Regione, alle Province e ai Comuni, quindi, di svegliarsi. I turisti in bicicletta in Abruzzo ci sono, e ne sono tanti, oltre ai tantissimi escursionisti; ma con questi presupposti, presto, preferiranno pedalare su altre strade"