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CONSUMARETESTATA

La BBC Eye ha pubblicato lo scorso 27 maggio il documentario "Perfume's Dark Secret", frutto di un'inchiesta svoltasi nell'estate del2023 in Egitto e che ha portato a svelare lo sfruttamento della manodopera locale, con coinvolgimento anche di minori, da parte dei fornitori dei grandi marchi di lusso della industria dei profumi. L'industria del profumo negli ultimi anni ha visto una crescita costante ed esponenziale e, attualmente, conta un fatturato pari a circa 50 miliari di dollari all'anno. Ma a che prezzo? Proprio questo è il punto cruciale dell'indagine della BBC che prende il via dall'analisi del commercio del gelsomino in Egitto, massimo produttore di questa preziosa pianta (tanto che circa la metà del suo fabbisogno è prodotto proprio in queste regioni), in particolare nell'area di Al-Gharbia, principale centro di tale commercio, dove questo business è stato introdotto intorno agli anni 60. Il documentario mostra i raccoglitori locali, tra cui bambini, costretti a lavorare in condizioni lavorative pessime, al buio a contatto con pesticidi e zanzare e con temperature che sfiorano i 40° C. La stagione di raccolta del gelsomino ha una durata di circa 6 mesi (da giugno a novembre) e il procedimento di raccolta del fiore (da cui verrà poi estratto il prezioso olio utilizzato nella produzione dei profumi) deve essere necessariamente svolto di notte e concluso prima che si faccia giorno per impedire che i fiori appassiscano a causa del caldo. Una volta completato il raccolto, i lavoratori lo consegnano ai punti di raccolta locali con un guadagno per kg di circa 1 dollaro! Il raccolto complessivo è poi trasportato alle 3 principali fabbriche operanti nella regione (che, tra l'altro, sono le stesse che all'inizio di ogni stagione fissano il prezzo del gelsomino per kg di raccolto): laA. FAKHRY AND CO, la HASHEM BROTHERS ela MACHALICO, che estraggono l'essenza per venderla alle case produttrici di fragranze di tutto il mondo. In particolare, a quattro società: GIVAUDAN, SYMRISE, FIRMENICH, IFF, che si occupano della produzione di fragranze e profumi per alcune delle piu' grandi società di beauty mondiale, come l'Oréal e Estée Lauder (in particolare nei rispettivi marchi Lancome e Aerin Beauty). A causa del trattamento iniquo della manodopera e della svalutazione della moneta locale iniziata a partire dall'anno 2022, i raccoglitori vivono al di sotto della soglia di povertà e le famiglie sono spesso costrette a portare i propri figli a lavorare nei campi di gelsomino per guadagnare abbastanza soldi per vivere. Uno scenario inquietante, come sottolineato da Tomoya Obokata, Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di schiavitù, che dopo aver visionato i filmati della BBC ha dichiarato che ciò che è stato scoperto "potrebbe costituire la peggior forma di lavoro minorile". Esaminati 4 diversi punti di raccolta, l'inchiesta ha rilevato che si trattava in gran parte di bambini di età inferiore ai 15 anni impiegati in piccole aziende agricole. Ma quanto vale davvero il profumo che acquistiamo a caro prezzo? Dall'analisi dei dati raccolti emerge che per un profumo venduto al consumatore per un prezzo pari a 100 dollari, solo 1 dollaro viene distribuito ai raccoglitori, circa 3 dollari vengono impiegati per il packaging, 1-1,5 dollari per il profumo, 25 dollari per la pubblicità, 35 dollari per la distribuzione, 19 dollari per le imposte e 15 dollari per i profitti delle case produttrici. I messaggi e gli impegni assunti da queste società a favore delle comunità del lavoratori non sembrerebbero, pertanto, corrispondere alla realtà, così come risulterebbero disattese le promesse sottoscritte con le lettere di impegno stipulate con le Nazioni Unite, con le quali le case produttrici si impegnavano a rispettare le linee guida indicate, promuovendo pratiche di lavoro sicure e l'eliminazione del lavoro minorile. La risposta di L'Oreal e Estée Lauder Non si sono fatte attendere le risposte dei due giganti del beauty chiamati in causa nel documentario dalla BBC che hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni. L'Oréal ha affermato di essere "attivamente impegnata a rispettare gli standard più protettivi riconosciuti a livello internazionale in materia di diritti umani", aggiungendo che "non richiederà mai alle case di profumi di scendere al di sotto del prezzo di mercato degli ingredienti a spese degli agricoltori. Nonostante il nostro forte impegno... sappiamo che in alcune parti delmondo in cui operano i fornitori L'Oréal vi sonorischi che i nostri impegni non vengano rispettati. Ogni volta che si verifica un problema, L'Oréal lavora in modo proattivo per identificare le cause sottostanti e il modo di risolverlo. Nel gennaio 2024, il nostro partner ha eseguito una valutazione d'impatto sui diritti umani in loco per identificare potenziali violazioni dei diritti umani etrovare modi per prevenirli e mitigarli, con particolare attenzione ai rischi del lavoro minorile."L'Oréal sta cercando di garantire che vengano pagati salari dignitosi agli agricoltori, che i lorofigli abbiano accesso all'istruzione e che siano messe in atto leggi, politiche e pratiche sui diritti umani per impedire ai bambini di lavorare. Invista del raccolto di giugno di quest'anno, è in atto un piano d'azione dettagliato con i fornitorie i nostri team saranno in Egitto per valutarne il successo". Estée Lauder ha dichiarato: "Crediamo che i diritti di tutti i bambini debbano essere protetti. E abbiamo contattato i nostri fornitori per indagare su questa questione molto seria. Riconosciamo il complesso ambiente socio-economico che circonda la catena difornitura locale del gelsomino e stiamo agendoper ottenere una maggiore trasparenza e lavorare per migliorare i mezzi di sussistenza delle comunità di approvvigionamento."Dalla visione del documentario emerge sicuramenteuna realtà: e cioè che non esiste una regolamentazione internazionale forte, in grado di garantire controlli puntuali e sanzioni sicure a carico dei responsabili. I controlli effettuati da SEDEX (una delle più importanti organizzazioni che si occupa di commercio etico al mondo) e UEBT (un'associazione no-profit che promuove l'approvvigionamento rispettoso e lavora per rinnovare le risorse naturali edassicurare alle persone un futuro migliore attraverso l'approvvigionamento etico degli ingredienti provenienti dalla biodiversità), negli ultimi anni sono apparsi regolari relativamente l'assenza di lavoratori di minore età. Tuttavia proprio rispetto a tali risultanze, l'inchiestasolleva perplessità sui reports in quanto trattandosi di incontri concordati e che non includono visita ai campi di raccolta, la realtà dei fatti risulterebbe falsata. Sul fronte regolamentare, è da segnalare che lalegislazione europea, nazionale e comunitaria, sta compiendo passi avanti anche se lentamente.

La Francia, ad esempio, nel 2017 ha approvato unalegge sull'obbligo di vigilanza che impone alle grandi aziende francesi di identificare e prevenire le gravi violazione dei diritti umani attraverso l'impatto delle loro attività e di quelle dei propri fornitori, attraverso la pubblicazione di piani annuali di vigilanza. L'ultimo intervento europeo in ordine di tempo risale all'aprile 2024 con la Direttiva sui diritti umani e la sostenibilità ambientale <> adottata dal Parlamento europeo che,fissa obblighi per le aziende relativamente agliimpatti negativi, effettivi e potenziali, sui diritti umani e sull'ambiente, provocate dalle proprie operazioni, dalle operazioni delle società controllate e da quelle dei propri partners commerciali lungo tutta la catena di attività.

Link diretto al documentario: https://www.youtube.com/watch?v=3295wEpmajo