Mattinata stressante quella di ieri per me.
Circa due ore di attesa al Cup della mia città per prenotare una prestazione sanitaria. Normale amministrazione purtroppo.
E’ stata, però, l’occasione per assistere ad una scena interessante, e ai più nota, che effettivamente mi ha fatto interrogare non poco sulla direzione che stiamo prendendo come singoli e come società.
Quaranta persone in attesa, quaranta smartphone accesi, zero conversazioni, zero sguardi incrociati. Un silenzio assordante rotto solo dal ticchettio compulsivo sui touchscreen e da qualche borbottio.
Qualcuno ha voluto dare anche un nome a questo fenomeno e lo ha chiamato “phubbing” (1): nato dalla fusione di "phone" e "snubbing" – questo termine descrive l'atto di snobbare, trascurare o ignorare chi si ha davanti per dedicarsi al proprio smartphone o ad altri dispositivi mobili ed è un fenomeno che va ben oltre la semplice maleducazione, configurandosi come una vera e propria "patologia relazionale contemporanea".
L’aspetto più inquietante è che è diventato un comportamento del tutto naturale e, il più delle volte, inconsapevole.
L’usare lo smarphone durante le conversazioni faccia a faccia è un comportamento sempre più diffuso e, secondo uno studio condotto da Associazione culturale pediatri (Acp), Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e Società italiana di pediatria (Sip) in collaborazione con Fondazione Carolina e Meta, circa il 73% dei genitori consulta dispositivi mobili durante i pasti con i figli, compromettendo così le dinamiche familiari e ponendo delle solide basi nell’educazione delle nuove generazioni alla irrilevanza delle relazioni umane dirette e realmente interconnesse, non solo fisicamente ma anche emotivamente (2).
Una Società di Solitudini Connesse
Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio paradosso.
Mai come ora abbiamo avuto strumenti così potenti per comunicare, eppure mai come ora ci siamo sentiti così soli e siamo stati tanto distanti.
Il phubbing è solo la manifestazione più visibile di una patologia sociale più profonda: l'incapacità crescente di sostenere relazioni autentiche e impegnative.
Preferiamo la gratificazione immediata di un messaggio, la dopamina facile di una notifica, piuttosto che il lavoro paziente e complesso del costruire relazioni vere.
È più semplice scrollare una timeline infinita che guardare negli occhi nostro figlio e chiedergli davvero come è andata la giornata?
È meno impegnativo mettere un "mi piace" che pronunciare un "ti amo" guardando la persona che abbiamo accanto?
Una società di individui iperconnessi certo, ma in definitiva profondamente isolati, esperti di emoji ma analfabeti emotivi, capaci di mantenere centinaia di "connessioni" virtuali, ma incapaci di coltivare anche solo una manciata di relazioni significative.
Ogni momento di "vuoto" viene immediatamente riempito da stimoli digitali, impedendo quello che gli psicologi chiamano "spazio transizionale" – quel territorio mentale dove nascono creatività, introspezione e capacità relazionale.
La ricerca italiana della Fondazione Patrizio Paoletti ha identificato nel phubbing una forma di "analfabetismo emotivo digitale" che compromette lo sviluppo delle competenze sociali fondamentali (3).
Come osserva il Dr. Davide Algeri, psicologo milanese specializzato nel fenomeno, "stiamo assistendo a una trasformazione antropologica: i nostri figli crescono pensando che l'attenzione sia sempre divisa, che la presenza sia sempre parziale, che l'ascolto sia sempre accompagnato dal multitasking" (4).
Non è solo una questione di buone maniere.
E’ una trasformazione antropologica di cui non stiamo misurando le conseguenze, che stiamo alimentando e di cui siamo tutti protagonisti.
Stiamo contribuendo tutti a crescere generazioni che non sapranno stare in silenzio con un'altra persona, che si sentiranno a disagio senza la mediazione di uno schermo, che confonderanno la quantità di contatti con la qualità delle relazioni?
Lungi da me incolpare la tecnologia.
Oggi sono presenti strumenti straordinari che hanno rivoluzionato le nostre possibilità comunicative e che consentono una connessione globale di pensieri, idee, prospettive assolutamente straordinaria.
I problemi nascono quando da strumenti si trasformano in “padroni” e quando da mezzi si trasformano in “fini”, quando si finisce per utilizzarli passivamente, lasciandosi risucchiare.
Riaffermare il valore delle relazioni umane autentiche in un mondo che sembra averlo dimenticato è la nuova sfida.
Educare alla "cortesia digitale", insegnando che interrompere una conversazione per rispondere al telefono è mancanza di rispetto quanto sarebbe stato interromperla per parlare con qualcun altro.
Riscoprire il valore pedagogico della noia, permettendo ai bambini e agli adolescenti (e a noi stessi) di sperimentare momenti di vuoto da cui può nascere creatività e riflessione.
Soprattutto, riconoscere che essere presenti è una scelta consapevole che richiede sforzo e intenzione, non un automatismo.
Anche la riflessione degli esperti italiani converge su un punto: il phubbing rappresenta l'emergere di nuove forme di solitudine in un'epoca iperconnessa, dove la quantità di contatti digitali maschera la povertà qualitativa delle relazioni autentiche.
Ogni volta che scegliamo di spegnere il telefono e alzare lo sguardo, stiamo facendo un atto rivoluzionario.
Stiamo affermando che l'altro vale la nostra attenzione piena, che la relazione umana ha un valore superiore a qualsiasi notifica, che la presenza è ancora possibile in un mondo di assenze digitali. E questo soprattutto in famiglia.
Considerato che la tecnologia continuerà a evolversi a ritmi sempre più accelerati, quello che dobbiamo chiederci è se avremo la forza di evolverci anche noi, mantenendo viva la nostra capacità di connessione autentica.
La risposta è nelle nostre mani.
Letteralmente e metaforicamente.
(1) https://www.treccani.it/vocabolario/phubbing_(Neologismi)/
<<L’azione, il fatto di trascurare il proprio interlocutore fisico per consultare spesso, in modo più o meno compulsivo, il cellulare o un altro dispositivo interattivo >>
(2) https://acp.it/it/2022/12/cs-salute-dei-minori-e-digitale-le-associazioni-di-pediatri-insieme-a-fondazione-carolina-e-meta-lanciano-connessioni-delicate-un-progetto-di-sensibilizzazione-rivolto-a-tutte-le-famiglie.html
(3) https://fondazionepatriziopaoletti.org/glossario/phubbing/
(4) https://www.davidealgeri.com/phubbing/