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"Le banche riaprono i rubinetti dei finanziamenti alle imprese, soprattutto commerciali e alimentari, del Chietino e del Teramano, ma agli artigiani restano solo briciole, a causa soprattutto del mancato sostegno delle piccole banche che di fatto non esistono più grazie a processi di incorporazione, acquisto di pacchetti e commissariamenti". Lo indica una ricerca elaborata per la Cna Abruzzo da Aldo Ronci, relativa all'andamento del credito nei primi tre mesi dell'anno. Realizzato su dati della Banca d'Italia, lo studio in sostanza certifica come, tra gennaio e marzo, le erogazioni al mondo produttivo abbiano registrato un incremento di 118 milioni di euro rispetto alla stessa data dell'anno scorso, con un valore percentuale triplo rispetto alla media nazionale (0,78% in più contro 0,22%). A godere della crescita sono stati però soprattutto le aziende più grandi, operanti nel commercio (+70 milioni di euro) e nell'alimentare (+53); per tutti gli altri settori - come i mezzi di trasporto, che hanno segnato una caduta di 63 milioni - la ricerca di Ronci segnala solo decrementi. Sul piano territoriale, della crescita dei finanziamenti alle imprese hanno beneficiato soprattutto due province: Chieti (+53 milioni) e Teramo (+51). Con L'Aquila più indietro (+19) e Pescara addirittura in decremento. Alla luce dei dati, per il direttore della Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo, serve con urgenza "mettere in campo risorse a favore degli strumenti di garanzia, come i confidi, che sono poi gli unici in grado di sostenere l'erogazione del credito alle imprese da parte del sistema bancario: una misura che la Cna Abruzzo chiede sia collegata un piano straordinario che preveda l'uso dille somme non spese della programmazione 2007-2013 dell'Unione europea, come sostenuto da tempo e su cui la stessa Regione si è dichiarata d'accordo".