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melillaINTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE Al ministro delle infrastrutture per sapere –premesso che:   tra le numerose opere pubbliche incompiute presenti nel nostro territorio figura anche la Diga di Bisenti sul fiume Fino (Teramo), il progetto risalente agli anni Sessanta, nei pressi del comune di Bisenti, lungo il fondovalle del fiume Fino, prevede la costruzione di una diga che dovrebbe dar luogo a un bacino acquifero, il lago di Bisenti, ma, nonostante la costituzione di una apposita società, il progetto non è mai partito; il progetto “Diga Bisenti sul fiume Fino” – riguardante i comuni di Arsita, Bisenti, Castiglione Messer Raimondo, Montefino, Castilenti, Elice, Città Sant’Angelo, Montesilvano – è stata, a suo tempo, regolarmente approvato da tutti gli Enti e da tutte le autorità preposti e finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno per un importo complessivo di circa 57 miliardi di lire; l’opera è stata appaltata nel 1984 dalla Cassa per il Mezzogiorno all’impresa appaltatrice per un importo di oltre 36 miliardi di lire; nel 1987, con Decreto ministeriale n. 1404, è stata assegnata agli enti e ai comuni interessati la concessione di derivazione dell’acqua; di conseguenza sono state acquisite le aree demaniali da invasare; successivamente, è stato necessario redigere una perizia di variante e suppletiva per far fronte alle nuove norme contenute nel Regolamento per la costruzione delle dighe, D.M. 2403/1982, per ottemperare alle prescrizioni dell’ANAS in merito alla deviazione prevista della SS 365, in ottemperanza alle successive norme e nell’ambito dei divieti contenuti nella c.d. legge Galasso; il nuovo progetto è stato approvato da tutti gli Enti interessati e dal Consiglio superiore dei LLPP, con votazione n. 378, in data 27 luglio 1990; lo scioglimento della CASMEZ ha impedito il finanziamento e il Ministero ha provveduto alla risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice; in seguito agli espropri dei terreni, per un ammontare complessivo di sette miliardi di lire, si è provveduto a realizzare la forestazione perilacuale di 90 ettari di terreno ed è stato realizzato un ponte sul fiume Fino; il CIPE, con deliberazione n. 121 del 21/12/2001, ha varato la “Legge obiettivo: primo programma delle infrastrutture strategiche” ed ha inserito la realizzazione della “Diga sul fiume Fino a Bisenti” nel “Programma sistemi idrici – Interventi per emergenza idrica nel Mezzogiorno” (Allegato n. 3); la realizzazione dell’opera, che permetterebbe l’erogazione di 3,5 milioni di metri cubi di acqua potabile (111 litri/secondo), di 3,5 milioni di metri cubi ad uso industriale (111 litri/secondo) e la produzione di circa 1.500.000 kwh di energia elettrica, risolverebbe in maniera drastica e definitiva i danni arrecati alle valli del Fino e del Saline dalle inondazioni ricorrenti, con grave danno per il territorio e notevole rischio per l’incolumità degli abitanti della zona; la rilevanza dell’opera a livello regionale è, a parere dell’interrogante, evidente e la sua ricaduta economica e occupazionale sarebbe immediata in ordine agli aspetti turistico-ecologici della grande vallata dei fiumi Tavo-Fino-Saline, alla disponibilità di acqua per uso multiplo (irriguo-potabile-industriale-artigianale e per l’itticoltura), alla produzione di energia elettrica da fonti non inquinanti, alla eliminazione dei danni ricorrenti dovuti alle esondazioni dei sunnominati fiumi; il progetto iniziale aveva a suo tempo previsto riflessi occupazionali rilevanti, quantificati nella fase di cantiere in 400 persone per 5 anni (conclusione delle opere), 20 persone per i 4 anni successivi; nella fase media a regime una occupazione media annua di 20 unità per l’esercizio delle reti, di 380 unità per l’agricoltura, l’agroindustria e l’itticoltura e 120 unità impiegate nell’indotto; inoltre, l’avvio dei lavori porrebbe fine alla assurda spesa infruttifera fin qui realizzata -: se non ritenga che la realizzazione della diga di Bisenti rappresenti una priorità fra le infrastrutture della Regione Abruzzo, tanto più che l’opera è immediatamente appaltabile, previo rapido aggiornamento dovuto al tempo trascorso dalla sua approvazione, e inoltre consentirebbe di mobilitare in tempi molto rapidi somme rilevanti in un territorio soggetto ad una crisi economica ed occupazionale gravissima.  
  1. GIANNI MELILLA