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"Io sono sceso giù sotto, ho fatto le foto, mi sono anche sentito male per via dell'odore fortissimo.. Accanto al fosso non cresce più nulla, anche gli animali sono morti". Per "giù sotto" Gabriele Moro, di Garrano, intende il fosso ai piedi della cava di proprietà della Conglobit, impresa della famiglia Di Eleuterio. Un fosso in cui, come denunciano i residenti e come è stato messo nero su bianco su un esposto spedito in procura, finirebbero scarichi di dubbia salubrità, prodotti chimici utilizzati dalla ditta per lavorare sabbia e materiale inerte ricavato dalla cava. A confermare o meno la natura di quegli scarichi, a dire se ci sia inquinamento in atto, a decidere la legittimità o meno dell'attività svolta qui dalla Conglobit sarà la procura di Teramo. C'è un'inchiesta infatti sulla cava di Garrano basso, a firma del sostituto procuratore Luca Sciarretta, che ha delegato le indagini al Corpo Forestale. Alcuni giorni fa Forestale, ufficio Urbanistica del Comune di Teramo, Provincia ed Arta, hanno effettuato un sopralluogo nella cava con tanto di prelievo degli scarichi incriminati. L'esposto è contro la Conglobit  e in particolare contro l’impianto di frantumazione di inerti e produzione di asfalto che l’impresa conduce a Garrano Basso, nel sito di una vecchia cava ormai esaurita. Una vecchia cava per la quale mancherebbe il progetto di sistemazione che di norma va depositato in Regione. Non solo. Sott'accusa, nell'esposto, il fatto che si svolga un tipo di attività possibile solo in un'area D6: questa, invece, è un'area classificata come D1 dal piano regolatore del Comune di Teramo. Eppure si svolge da anni. Qui, nonostante la cava sia esaurita, si continua a produrre inerti e catrame. Ma chi controlla? Forestale e Ufficio cave della Regione Abruzzo, secondo la documentazione allegata all'esposto, nel 2002 rilevarono a verbale tutta una serie di difformità: come la mancata creazione di gradoni e il mancato rispetto della distanza di almeno dieci metri dalla strada. Da allora, sempre secondo le denunce, dicono i residenti, nulla è cambiato. Del caso si è chiesto conto all'amministrazione nell'ultimo question time, con un'interrogazione del capogruppo Pd, Gianguido D'Alberto. L'assessore Cozzi ha rimandato ad una relazione che gli uffici gli rimetteranno. Prima o poi. L'inchiesta della procura, intanto, va avanti. A portare avanti la battaglia insieme a Moro ed altri cittadini, anche Ennio Battistelli. GUARDA IL SERVIZIO (CLICCA QUI) CAVA GARRANO DOCUMENTI CAVA GARRANO ENIO BATTISTELLI CAVA GARRANO