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Dna prelevato tramite tampone da un campiona di saliva. E’ il primo prelievo in assoluto effettuato dalla Polizia di Stato nella provincia di Teramo, a distanza di due mesi e mezzo dalle disposizioni entrate in vigore lo scorso 10 giugno. Il prelievo è stato eseguito, in presenza di una sentenza di condanna a scapito di un 40enne, arrestato dalla Squadra Mobile di Teramo per spaccio di sostanze stupefacenti. La legge 85 del 2009, scrive in una nota la Questura di Teramo, “ha dato esecuzione al Trattato Europeo di Prum del 2005 sulla cooperazione transfrontaliera per contrastare terrorismo, criminalità transfrontaliera e migrazione illegale e prevede la creazione di una banca dati del DNA in tutti i paesi aderenti al trattato. Il DNA viene prelevato a coloro che vengono tratti in arresto o sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, dopo la convalida dell’Autorità Giudiziaria; ai destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari (anche presso una comunità); a coloro che vengono condannati con sentenza definitiva alla detenzione o ad una misura alternativa alla detenzione ed ai destinatari di una misura di sicurezza detentiva in via provvisoria o definitiva. Può essere effettuato anche nei confronti di soggetti che hanno commesso delitti, non colposi, per i quali la legge consente l’arresto facoltativo in flagranza ad esclusione di alcune tipologie di reato quali quelli contro la pubblica amministrazione, quelli commessi da pubblici ufficiali, i reati fallimentari, societari o tributari. L’accesso ai dati contenuti nella Banca dati nazionale del DNA è consentito agli Agenti di Polizia Giudiziaria ed all’Autorità Giudiziaria per indagini, identificazioni (anche di persone scomparse) e per attività di collaborazione internazionale con le Polizie ed Autorità Giudiziarie di altri Paesi”.