Era il tardo pomeriggio di ieri quando, nelle fasi successive al rientro dalla battuta di pesca, un team di ispettori della Guardia Costiera di Giulianova, in attività di verifica in ambito portuale, è salito a bordo di due pescherecci di stanza nel porto giuliese, accortisi di alcuni movimenti sospetti che ne hanno attirato l’attenzione.
Nel corso dell’ispezione, che in un primo momento sembrava procedere regolarmente, i militari si sono però accorti di alcune cime “in tiro” sporgenti dal bordo, mimetizzate tra i cavi d’ormeggio: le stesse, prontamente ispezionate, sono risultate vincolate a tre esemplari di pesce spada, calati in acqua fuoribordo, nel tentativo di occultarne la presenza sull’unità. Il prodotto ittico, appartenente a una specie pregiata soggetta a particolare tutela, era stato pescato e detenuto illegalmente, pronto per essere immesso illegalmente sul mercato nero.
Per i tre esemplari – sottratti all’ecosistema in un periodo che ne tutela la riproduzione vitandone la cattura, anche accidentale, alla luce delle stringenti normative comunitarie ed europee che ne regolamentano e contingentano la pesca – è scattato così il sequestro, con l’elevazione delle previste sanzioni a carico dei due pescherecci, per un ammontare complessivo di circa 11.000 €, oltre all’assegnazione accessoria di complessivi 20 punti sulle rispettive licenze; circostanza quest’ultima che, al ripetersi, può portare alla sospensione prima, e finanche al ritiro, della licenza di pesca.
L’attività in questione di contrasto agli illeciti in materia di pesca completa un ulteriore accertamento, avvenuto nella tarda serata dello scorso giovedì, nel corso del quale gli stessi ispettori della Guardia Costiera, fermando un mezzo sospetto visto aggirarsi sottobordo le unità da pesca di rientro dalla loro attività, hanno accertato il trasporto di ulteriori due esemplari della stessa specie pregiata, anch’essi pescati illegalmente e avviati al commercio illecito. Anche in quella circostanza è scattato il sequestro del prodotto e l’elevazione di sanzioni in materia sanitaria e di tracciabilità, per un ammontare complessivo di circa 3.000 €.
In entrambi i casi il prodotto ittico sequestrato è stato donato ad un ente caritatevole.