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PROTESTARUZZO2Dalle diverse iniziative pubbliche organizzate nelle scorse settimane per discutere delle "bollette pazze" del Ruzzo, sono venute fuori poche ma semplici proposte elaborate insieme ai cittadini interessati, volte a difendere le istanze dei più deboli e a ribadire l'essenza pubblica di un bene fondamentale come l'acqua, sul quale non deve farsi alcun profitto.
 
Per dar loro seguito, abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro lunedì 26 aprile, che, purtroppo, non è stato pubblico come avremmo voluto, poiché i vertici della società, per ben due volte, hanno rifiutato l'invito di confrontarsi a viso scoperto con la cittadinanza.
 
Dinanzi alla disponibilità di ricevere solo due nostri rappresentanti, abbiamo deciso di sottoporre esclusivamente le richieste avanzate nelle assemblee cittadine, con un documento scritto, che abbiamo protocollato ed inoltrato ai sindaci della provincia, in quanto elettori del Consiglio di Amministrazione della società Ruzzo Reti SpA, e, per questo, diretti interessati e politicamente responsabili.
 
In particolare, abbiamo richiesto il ricalcolo delle bollette incriminate, in modo da scorporare gli importi relativi al 2018 che sono soggetti a prescrizione e, per questo, non dovuti al Ruzzo, e il ritiro delle pratiche di rateizzazione delle bollette, avviate dal Ruzzo e sottoscritte da alcuni consumatori senza tener conto dei ricalcoli.
 
La proposta più forte e che ci sta più a cuore, però, è quella della moratoria degli importi a conguaglio derivanti dal ricalcolo: totale per i più poveri (con un reddito ISEE fino a 8.000 euro), già colpiti e stremati dalla crisi economica seguita alla pandemia, parziale (dal 75% al 25%, in base al reddito ISEE) per tutti gli altri. Questo provvedimento, se accolto dal Ruzzo, darà un segnale importantissimo nei confronti dei cittadini più indigenti.
 
Infine, abbiamo richiesto la sostituzione dei vecchi contatori con modelli elettronici che faciliteranno le operazioni di lettura del consumo di acqua, al fine di evitare episodi spiacevoli come quello accaduto e l'astensione, da parte del Ruzzo, dal tenere pratiche scorrette nei confronti dei consumatori.
 
L'acqua è un bene comune ed imprescindibile, che deve restare fuori dalle logiche del mercato e del capitale.
 
Non tollereremo errori del genere in futuro da parte del Ruzzo che approfitta dell'ingenuità e della buona fede delle persone, soprattutto più anziane, per far quadrare bilanci al di fuori di ogni legalità, e nel totale silenzio e disinteresse da parte delle istituzioni che dovrebbero, invece, rappresentare gli interessi dei cittadini.
 
A riguardo, attendiamo da parte dei sindaci della provincia di Teramo una risposta vera e forte che si fa attendere da due mesi. Non è più possibile sentire quegli stessi sindaci difendere l'acqua pubblica solo per strappare consensi elettorali, quando, nelle stanze del potere difendono altri interessi! Quanto accaduto con le "bollette pazze" è anche una loro responsabilità.
 
Per questo chiediamo che venga convocata al più presto un'assemblea straordinaria dei sindaci soci per discutere delle nostre proposte e delle tutele da assicurare ai cittadini.
 
L'ACQUA NON HA PADRONI!
 
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