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Verso le ore 12.00 di ieri, giungeva sulla linea di emergenza 113, una chiamata di un commerciante, proprietario di una nota boutique del centro cittadino, il quale, segnalava di aver subito un furto di capi d’abbigliamento, perpetrato da tre soggetti, che si ponevano immediatamente alla fuga con un’autovettura Station Wagon con targa straniera.
Subito venivano diramate le ricerche anche alle altre forze di polizia ed in effetti il lavoro sinergico permetteva di individuare il mezzo segnalato. La Polizia Locale del Municipio di Teramo intercettava i fuggitivi, riuscendoli a bloccare, mentre una pattuglia della Volante della Questura recuperava l’intera refurtiva, della quale i malviventi avevano tentato di disfarsi. I tre fermati venivano condotti in Questura ed identificati.
Si tratta di due cittadini sloveni e di un serbo, rispettivamente di 57, 54 e 70 anni, con precedenti di polizia e specializzati nei furti nei negozi di abbigliamento, rivenditori di marchi di lusso, quasi tutti perpetrati in alcuni comuni del Nord Italia, dai quali era stato emesso, a loro carico anche provvedimenti di divieto di ritorno.
Durante le perquisizione all’autovettura e alle persone, gli Agenti della Volante e della Polizia Municipale rinvenivano e sequestravano moltissimi capi (pantaloni, abiti da uomo, borse, scarpe, giubbini in pelle dei noti marchi Cucinelli, Hogan, Fendi, Moncler, Desquared, Jacob Cohen, Tagliatore, Caruso, Herno, per un valore commerciale di circa 20 mila euro.
Nel corso degli accertamenti, il personale dell’ UPGSP, diretto dalla Dott.ssa Patrizia Corvaglia apprendeva che il mezzo usato per la commissione dei reati era stato noleggiato in Slovenia e che nella giornata di martedì, la presenza degli stessi era stata notata nelle vicine Marche.
Durante le investigazioni, emergeva che il giorno prima, un commerciante di Macerata aveva subito analogo furto ad opera di un “trio”, avente lo stesso modus operandi, distraendo i commessi, creando confusione con uscite continue dal negozio con la scusa di telefonare.
Le descrizioni fornite dall’esercente marchigiano confermavano una notevole somiglianza con i soggetti fermati a Teramo.
Veniva subito rintracciato il venditore marchigiano, tramite il “codice cliente” ancora presente sui cartellini di abbigliamento. Il negoziante appresa la notizia si portava nei locali della Questura e riconosceva come propri alcuni dei capi che gli erano stati sottratti.
Grande la soddisfazione per i due titolati delle due boutique, quella teramana e quella maceratese che tornavano in possesso della merce, per un totale di oltre novemila euro.
Per quanto accertato i tre fermati venivano tratti in arresto, in concorso tra loro, per il reato di furto aggravato ed indagati per ricettazione e riciclaggio.
Chiaramente sono in corso ulteriori indagini al fine di rintracciare altri esercenti, vittime del gruppo composto dai tre arrestati che si presentano, furbescamente come persone distinte nei modi e nell’abbigliamento e che una volta entrati nel negozio preso di mira, millantano di esseri “vecchi clienti”.