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Ci sono nomi importanti del Comune di Teramo nell'inchiesta appena chiusa sulla scuola antisismica di Colleatterrato Basso inaugurata qualche settimana fa dopo anni di attese e polemiche con tanto di rescissione del contratto di appalto da parte del Comune stesso. Cinque gli indagati e tra questi ci sono due dirigenti del Comune di Teramo, scrive quotidiano Il Centro: si tratta di Remo Bernardi, dirigente dell' area 6 Lavori pubblici e manutenzione del Comune, e di Gianni Cimini, attualmente dirigente dell'area 7 Ricostruzione, pianificazione sostenibile e rigenerazione della città e all'epoca dei fatti (e in questa veste indagato) responsabile unico del procedimento riguardante l'appalto per l'affidamento dei lavori della scuola. Gli altri indagati sono Ennio Abbatescianni, nella sua veste di legale rappresentante di "Linea Informatica srl", Remo Di Carlo, legale rappresentante di "Sife Srl", le due società che all'epoca hanno costituito l'Ati, l'associazione temporanea di imprese, per l'appalto della scuola, e l'architetto Stefano Mariotti nella sua veste di direttore dei lavori. Le accuse ipotizzate dalla Procura sono l'abuso d'ufficio, la turbata libertà degli incanti e la truffa. Il pm Stefano Giovagnoni  contesta l'abuso d'ufficio ai dirigenti del Comune e agli imprenditori. Secondo la Procura all'associazione di imprese sarebbe stato procurato un vantaggio patrimoniale consistito nell'affidamento diretto senza gara pubblica di lavori per un importo complessivo di circa 450mila euro. Ai due imprenditori, inoltre, viene contestata la turbata libertà degli incanti perché, sempre secondo l'accusa, la costituzione dell'Ati sarebbe risultata funzionale esclusivamente a garantire il cumulo di requisiti speciali di qualificazione per la partecipazione alla gara d'appalto ma, sostiene sempre l'accusa, da parte dell'impresa mandataria non ci sarebbe stata partecipazione all'esecuzione dell'appalto. Abbatescianni e Di Carlo, inoltre, sono indagati anche per truffa. Ipotesi in concorso che viene contestata a Mariotti nella sua veste di direttore dei lavori. Secondo la Procura Mariotti, proprio nella sua qualità di direttore dei lavori avrebbe omesso, così si ricostruisce nell'avviso di conclusione, di fare il controllo tecnico, contabile e amministrativo.