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ASLTERAMOOggi pomeriggio, convocato dal presidente Gianguido D’Alberto, il comitato ristretto dei sindaci si è occupato delle proposte elaborate dalla Asl da finanziare con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che riguardano la medicina territoriale. Il piano prevede la creazione di due ospedali di comunità e di otto case della comunità, oltre a tre centrali operative. Gli ospedali di comunità sono strutture a gestione prevalentemente infermieristica che serviranno a dare risposte a quella fascia di pazienti che non ha necessità di un ricovero, ma che comunque ha bisogno di assistenza infermieristica. Le case di comunità invece sono nuove strutture socio-sanitarie in grado di prendere in carico in carico i pazienti affetti da patologie croniche, offrendo una serie di servizi specialistici. “Con questo piano”, ha spiegato il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia, “contiamo di realizzare una rete territoriale di alto livello e molto capillare, in grado di dare risposte a domande di sanità provenienti dal territorio che attualmente non sempre trovano pronta risposta. E’ un nuovo modo di concepire l’assistenza, molto più vicina al cittadino, che diventa sempre più il centro di una serie di servizi socio-sanitari. E che integrerà la rete ospedaliera completando l’offerta sanitaria”. “Oggi ci è stata presentata una pianificazione strutturale che consentirà di programmare a regime”, ha commentato il sindaco di Teramo D’Alberto, “un piano equilibrato di interventi sul territorio. Ragioniamo però di interventi di prospettiva, per cui bisogna continuare a lavorare con la logica del doppio binario, affrontando anche le problematiche attuali. Serve inoltre una pianificazione regionale puntuale e quanto più equilibrata”.

Il Comitato ristretto dei sindaci è anche tornato ad affrontare il problema delle sedi di continuità assistenziale, meglio conosciuto come guardie mediche. La carenza di medici torna a riproporre la necessità di una razionalizzazione delle stesse sedi. “Purtroppo la carenza di medici, che nonostante i ripetuti tentativi è impossibile colmare, ci impone un piano di razionalizzazione”, conferma Di Giosia, “che bisogna condividere con il territorio e i suoi amministratori”. “Prendiamo atto della situazione rappresentata dalla Asl, che conferma le criticità già illustrate nei mesi scorsi, rispetto a una carenza di medici”, aggiunge D’Alberto, “che possano coprire le sedi. Come sindaci sollecitiamo tutte le attività necessarie per poter recuperare personale medico per garantire l’apertura di tutte le sedi. E’ necessario in ogni caso che si ragioni non con la logica di mere soppressioni, ma di una ridefinizione degli ambiti territoriali sanitari che non lasci indietro nessun territorio sia per i servizi di continuità assistenziale, che ricordiamo non sono di tipo emergenziale, sia per tutti gli altri”.