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Un atteggiamento aziendale "non
solo discriminatorio, ma addirittura persecutorio nei confronti
di alcune lavoratrici dell'azienda Immedya (Noro2 Srl) di
Mosciano che da due mesi chiedono di poter lavorare e
vogliono preservare il loro posto di lavoro: oggi è arrivato
anche il licenziamento per una di esse". A denunciare l'accaduto
è il segretario generale Filcams Cgil-TERAMO, Mauro Pettinaro.
"A gennaio 2022 l'azienda comunica, in una maniera alquanto
bizzarra - spiega Pettinaro - che alcune lavoratrici non
sarebbero più 'utili' all'azienda e in alcune interlocuzioni
palesa, addirittura, come ambiziosa la possibilità della
'disoccupazione'. Potrebbe già bastare questo per relegare come
episodio riprovevole, nei tempi che viviamo, dover ricevere
dalla propria azienda la prospettiva di una disoccupazione, ma
le lavoratrici non si sono perse d'animo e assieme al sindacato
hanno provato a capire cosa si potesse fare per salvare il loro
posto di lavoro e far valere i loro diritti. Ed è in questo
momento che l'azienda, invece di spiegare le ragioni o di
trovare soluzioni, continua in maniera arrogante e non
costruttiva a rigettare le istanze delle lavoratrici, ad avere
atteggiamenti antisindacali, a compiere tutte le azioni per far
desistere le lavoratrici e farle andare via".
"Le lavoratrici insistono - aggiunge il rappresentante
sindacale - chiedono semplicemente di poter lavorare, chiedono
semplicemente di vedersi riconosciuti i propri diritti e
attraverso la Filcams Cgil TERAMO producono tutta la
documentazione. Come organizzazione sindacale siamo stati
respinti, abbiamo ottenuto un solo incontro in cui abbiamo
ricevuto come risposta il solito clichè 'siete degli anni 70'. E
così che sono arrivate le lettere di contestazione disciplinare
per aver semplicemente fatto una pausa, e così che arriva il non
riconoscimento per la Rappresentanza Sindacale Aziendale, e così
che vengono cambiati gli account, e così che vengono compiute
tutte le azioni per sminuire, svalorizzare, screditare il ruolo
delle lavoratrici. Come se non bastasse, proprio oggi che si
spendono fiumi di parole sul senso dell'8 marzo, ad una delle
lavoratrici è arrivata una lettera di licenziamento".