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BIMSEDESull’elezione del Bim, continuano ad agitarsi le acque. Anche se, infatti, è appena stata spedita la convocazione per l’assemblea consortile che, il 13 MAGGIO prossimo, dovrebbe eleggere il nuovo presidente, la situazione è tutt’altro che tranquilla. Infatti, il Consorzio del Bacino Imbrifero è senza governance dal 28 di dicembre e, per regolamento, una volta effettuata la convalida degli eletti, l’assemblea elettiva deve essere convocata entro venti giorni. Invece, la convalida c’è stata ieri pomeriggio, ma il consigliere anziano, Mario Di Carlo ha fissato l’assemblea al 13 maggio. Quarantatre giorni.
Perché?
E qui si entra nelle selve del gioco politico. Il consigliere anziano, infatti, è di Torricella Sicura, come di Torricella è uno dei candidati presidente, Marco Di Nicola, e c’è chi ha letto, in questo ritardo, un tentativo, neanche troppo nascosto, di concedere tempo a Di Nicola per stringere alleanze. Alleanze che - secondo il gossip - potrebbe vedere il Comune di Campli nominare l’ex presidente Minosse, destinandolo alla vicepresidenza.
La cosa, ovviamente, non piace all’altro gruppo, quello che si identifica nel candidato presidente Giuseppe D’Alonzo che, con la firma di dieci sindaci, è subito passato alle contromosse, protocollando una richiesta di assemblea nei termini del regolamento. Una richiesta che sarà depositata anche in Prefettura. Perché i Comuni non hanno alcuna intenzione di prolungare l’attesa, visto che il Bim senza presidente è un ente che non può erogare i fondi necessari per le attività delle amministrazioni.
Nell’attesa, il Bim non è solo senza presidente, è anche senza… personale, visto che, benché sia finita l’emergenza, tutti continuano a lavorare in smart working, lasciando praticamente deserti gli uffici. Ma… non tutto il male viene per nuocere, perché il vuoto degli uffici sembra aver favorito il rinnovo degli arredi dell’ufficio del segretario Alessandro Di Giambattista il quale, ma sono solo voci maligne, avrebbe presentato e approvato da solo l’atto di acquisto. Noi non sappiamo se sia vero, e non crediamo che sia successo, ma se così fosse… non sarebbe una colpa, se il presidente non c’è e stanno tutti in smart working, chi avrebbe dovuto firmarlo?

Elisabetta Di Carlo