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29008445ffe295516cf7845a4acd6365_XL.jpgTanto tuonò che piovve. I ripetuti segnali d'allarme lanciati negli ultimi anni sono ora divenuti un'emergenza per le aziende produttrici abruzzesi. Non per tutti i consumatori, ma per molti di questi, si annunciano festività pasquali senza la possibilità di godere dei tradizionali arrosticini, cosi presenti nella tradizione gastronomica regionale. La crescente difficoltà di reperire sul mercato italiano ed estero sufficienti partite di carne per il confezionamento degli arrosticini precarietà evidenziatasi in particolare nel corso dell'ultimo anno - e l'inevitabile incremento dei prezzi stanno mettendo in difficoltà le imprese di trasformazione, tanto che ora si può parlare di vera e propria crisi. I prezzi della materia prima, e di conseguenza quelli al consumo, hanno segnato uno sbalzo tra il 35 e il 45 % e al momento, vista peraltro la situazione internazionale che ha provocato una crescita dei costi di gestione, ad esempio per energia e carburanti, è prevedibile che non si tratterà di una situazione solo momentanea.

L'Associazione regionale produttori Arrosticino d'Abruzzo, che oltretutto da tempo ha posto in essere una procedura di certificazione europea IGP (Indicazione geografica protetta) per gli arrosticini ed esprime circa il 70% della produzione complessiva regionale, teme adesso per la scarsa disponibilità di prodotto che si annuncia inferiore anche del 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso
anno. Timori questi che arrivano dal passato, tanto è vero che nel corso degli ultimi anni in più circostanze si è cercato di mettere intorno a un tavolo trasformatori e allevatori locali ma senza che da parte di quest'ultimi vi fosse un'adeguata apertura verso un progetto comune di filiera che, va rimarcato, aprirebbe straordinari risvolti occupazionali e di promozione del territorio. La condizione attuale fa ora tornare in auge ciò che al momento appare una necessità strategica non più rinviabile, il rilancio appunto delle aziende agricole per un'autentica rinascita del comparto ovino a scopo di carne in Abruzzo. Si tratta dell'unica risposta possibile per garantire nel medio periodo la sostenibilità economica delle attività del settore, un'azione da rimettere evidentemente al centro unitamente ad altri obiettivi, che non sono meno rilevanti, vale a dire mantenere l'economia rurale e preservare i paesaggi e le aree interne. Posizioni diverse da queste, oltre a risultare anti-storiche, adombrano solo l'esistenza di interessi particolari che poco si sposano con le aspettative generali.
In Abruzzo sono infatti circa 70 le aziende di produzione di arrosticini, per non parlare delle tantissime macellerie disseminate sul territorio regionale; più di duemila sono i pubblici esercizi (ristoranti e trattorie) che somministrano gli arrosticini, almeno diecimila i posti di lavoro, è quantificabile infine in oltre un miliardo di euro il fatturato complessivo prodotto dal settore. Questi numeri già da soli offrono un'idea della forza e delle potenzialità di questo settore, che certamente non possono essere sconfessate dall'atteggiamento di chi ama la polemica inutile.

L'Associazione regionale produttori Arrosticino d'Abruzzo rivolge quindi un appello alla Regione Abruzzo affinché vengano poste in essere tutte le iniziative favorevoli, ora più che mai, alla rinascita della filiera zootecnica ovina e a sostenere le aziende in questo momento di difficoltà produttiva e commerciale. Riguardo all'insediamento di nuovi allevamenti in Abruzzo, e all'ampliamento di quelli esistenti, non mancano, oltretutto, le opportunità di accesso a interventi pubblici: per 1'11 aprile è attesa infatti la pubblicazione dei bandi del PNRR per l'agricoltura a valere sulle filiere agroalimentari, che prevedono risorse per circa 3 miliardi di euro; non meno importanti sono i finanziamenti riconducibili alla riprogrammazione del PSR Abruzzo (Piano di sviluppo rurale).
Anche alla luce di questo, i produttori di arrosticini si rendono disponibili a collaborare con la Regione per un'analisi condivisa di possibili azioni utili ad affrontare la crisi in atto.