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Aspettando la cerimonia di lunedì 23 maggio al Teatro Circus, allorquando saranno onorate le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel trentennale delle stragi di mafia, la Sala consiliare del Comune di Pescara ha ospitato questa mattina una conferenza cui hanno partecipato numerosi studenti degli istituti comprensivi della città, accompagnati dai loro insegnanti. Al tavolo dei relatori erano presenti, e si sono confrontati con gli studenti sui temi della legalità e del contrasto alla mafia, don Aniello Manganiello, il prete anti-camorra impegnato a Scampia nel sottrarre i giovani alla criminalità e fondatore dell’associazione “Ultimi”, e la scrittrice Angela Iantosca. Quest’ultima ha vissuto un importante successo editoriale con gli “
Gli Eroi di Lucolizia”, in cui l’autrice racconta i testimoni della contemporaneità; i temi rivisitati nei racconti sono quelli riguardanti la mafia ma anche i substrati valoriali e i cambiamenti culturali necessari a invertire le condizioni precarie. I ragazzi degli istituti comprensivi hanno rivolto domande che hanno tratto spunto dal lavoro condotto in classe, per non dimenticare mai il sacrificio delle vittime delle stragi di Capaci e via D’Amelio e di tutti i servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro fedeltà allo Stato.
Sempre questa mattina si è svolta, contemporaneamente, la conferenza stampa di presentazione della manifestazione di lunedì 23 maggio, che si terrà nel trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio.  Un evento, promosso dal Premio Borsellino in collaborazione con il Comune di Pescara, l’associazione nazionale magistrati e Scuola Zoo, dedicato al ricordo di due eroi del nostro tempo.
 <Il Premio Borsellino – ha detto il sindaco Carlo Masci – è di per sé un simbolo della lotta alla mafia perché ricorda a noi  Borsellino ma inevitabilmente anche Capaci. La morte di questi due straordinari magistrati ha cambiato i termini della lotta alla mafia, sia per quello che hanno fatto  che per quello che hanno subito. Si trattò di un momento tragico che però nel tempo ha funto da “spartiacque” tra “il prima” e “il dopo”, perché determinò la presa di coscienza civile contro le organizzazioni e il sistema mafioso che si fondava sulle azioni di individui che si facevano perdipiù chiamare “uomini d’onore”. Per tutto ciò che oggi rappresenta per Pescara il Premio Borsellino non finirà mai di ringraziare Leo Nodari e tutti coloro che lavorano all’organizzazione di eventi e di contenuti di tale rilievo>.

Alla cerimonia di lunedì prenderanno parte, oltre al sindaco Carlo Masci e al prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, le autorità militari e i dirigenti e studenti degli istituti comprensivi del capoluogo, il procuratore Roberto Sparagna (Direzione nazionale Antimafia), Piergiorgio Morosini, sostituto procuratore presso la Corte di Cassazione,  Fabrizia Francabandera, presidente della Corte d’Appello dell’Aquila, Valentna D’Agostino, procuratore aggiunto di Ancona e Luigi Savina, presidente del Premio Borsellino.

<Per me è di fondamentale importanza – ha sottolineato l’assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Maria Rita Carota – il coinvolgimento delle scuole cittadine perché sui ragazzi si deve investire per il futuro. Grazie a loro la guardia contro ogni forma di violenza e di prevaricazione dovrà e potrà restare sempre alta. In questo modo i ragazzi sono stimolati a diventare sempre più sentinelle della “legalità”, come io li definisco>

<Avevo promesso al sindaco – ha detto il fondatore del Premio Borsellino Leo Nodari – che avremmo portato a Pescara il gotha dell’Antimafia, e oggi possiamo dire che questa è una certezza. La manifestazione del 23 maggio a Pescara sarà di altissimo livello perché innanzitutto mette insieme lo Stato e poi offre ai giovani la possibilità di confrontarsi con le istituzioni. Sarà infatti una delle tre o quattro tappe d’Italia che saranno seguite dalla Rai>.