La Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea ha organizzato un presidio - conferenza stampa in Largo San Matteo a Teramo, davanti alla sede della Prefettura, per propagandare alla cittadinanza e agli organi d’informazione la campagna nazionale del partito: “Contro le guerre e il carovita, difendiamo i redditi di lavoratori e pensionati e i ceti popolari”. I militanti di Rifondazione, con il Segretario provinciale Mirko De Berardinis, hanno organizzato così una protesta pubblica effettuando un volantinaggio lungo Corso S.Giorgio ed allestendo striscione e manifesti con su scritto: “Contro tutte le guerre, fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia, no all’invio di armi in Ucraina, stop spese militari, basta carovita”.
“Rifondazione Comunista è tornata in piazza a Teramo e in tutte le città d’Italia - ha dichiarato il Segretario De Berardinis - per condannare la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di aver portato il nostro Paese in guerra con il continuo invio di armi in Ucraina e con l’introduzione ogni giorno di nuove sanzioni contro la Russia che non fanno altro che inasprire ed alimentare il conflitto. L’invio di armi sempre più potenti e la drammatica intensificazione delle operazioni militari nel teatro ucraino, producono sempre maggiori lutti al popolo ucraino, aumentano i rischi di un prolungamento indefinito nel tempo della guerra, di coinvolgimento di paesi vicini e di ricorso ad armi nucleari. La guerra parallela, quella delle sanzioni, è inutile al pari dell’invio di armi per fermare il massacro mentre produce effetti disastrosi sulle economie europee facendo crescere ancora di più i prezzi delle materie prime, dei cereali e dell’energia e a cascata di tutti gli altri beni. Siamo di fronte alla palese violazione del “ripudio della guerra” sancito dall’articolo 11 della nostra Costituzione. Bisogna fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia, della mediazione e della trattativa, con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone in un’Ucraina neutrale e demilitarizzata”.
Il governo Draghi e l’Unione Europea rispondono con politiche fiscali e monetarie recessive che sommandosi all’inflazione sempre più alta produrranno chiusure di aziende, disoccupazione, ulteriore perdita del valore d’acquisto dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori e dei redditi dei ceti popolari, ampliamento del numero di famiglie ridotte in povertà che non riescono ad arrivare alla fine del mese.
Siamo contro la guerra, senza sè e senza ma. Per questo non ci arruoliamo e non mettiamo l'elmetto della Nato in testa. L’Unione Europea e l’Italia hanno scelto di accodarsi agli USA, agli ordini di Biden e della Nato, invece di svolgere un ruolo di pace e mediazione. Rifondazione Comunista continuerà a mobilitarsi per la pace e il disarmo, contro il carovita e le politiche liberiste e guerrafondaie del governo Draghi.