Abbiamo ricevuto dallo studio legale Bronzini di Roma, la seguente lettera
Spett.le Società,
Gent.le Direttrice,
la società Mandragola Editrice soc. coop. di Giornalisti e la società Laboradio S.r.l. in persona dei rispettivi rappresentati legali, aziende costituende la RTI aggiudicataria della gara pubblica bandita dal Comune di Teramo per la realizzazione di “azioni di supporto alla comunicazione integrata 2022/2023 per lo sviluppo e la promozione del brand “Teramo Città Capoluogo” hanno conferito mandato al mio studio al fine di tutelare i propri diritti nei confronti della testata online da Lei diretta, sulla quale è stato pubblicato in data 31.7.2022 un editoriale intitolato “ ‘Per Promuovere il Brand’ il Comune di Teramo compra una pozione di Mandragola da 12 mila euro al mese....ecco chi ha vinto la gara ‘comunicativa’ da 120 mila” a Sua firma.
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L’articolo contiene affermazioni dal carattere oggettivamente diffamatorio, gravemente lesive della reputazione delle mie assistite. Nello specifico le frasi oggetto di contestazione nell’articolo sono le seguenti:
- “Si chiama Mandragola Lab (sì, come la radice strillacchiosa di Harry Potter, la mitica erba alchemica e anche come la commedia di Machiavelli”), ed è un raggruppamento temporaneo di imprese del quale noi teramani sentiremo parlare spesso nei prossimi mesi, sicuramente da adesso alle elezioni. Perché la Mandragola Lab è l’azienda che si è aggiudicata la gara da 120mila euro per la comunicazione, bandita dal Comune di Teramo (....)”
- “...gara che è invece andata alla Mandragola Lab, della quale non possiamo dirvi dove abbia la sede, perché nella determina si legge una volta che ha sede a Torino e una volta che ha sede a Milano. In fondo, poco conta, l’importante è che sappia fare il lavoro per il quale si è aggiudicata la gara con ribasso a 109 mila euro. Già, ma quale lavoro? Lo spiega la determina: (.....). Come dire, di tutto, di più. In soli 10 mesi, anzi, 9, se è vero che si vota a maggio e che l’ultimo mese, in piena par condicio, sarà complicato poter organizzare eventi con la partecipazione degli amministratori comunali. Insomma, stiamo per spendere 12 mila euro al mese, ovvero 400 euro al giorno ‘a supporto dell’ufficio stampa comunale’ per la promozione del brand Teramo Capoluogo’ Siamo ansiosi di vederne i risultati.” I citati passaggi contenuti nell’articolo sopra indicato hanno una portata diffamatoria poiché mentre suggeriscono l’inconsistenza e la superfluità dei servizi messi a bando e aggiudicati dal Comune di Teramo, con conseguente spreco di denaro pubblico, trasferiscono di fatto le contestazioni sul soggetto aggiudicatario della gara.
Attraverso i richiami alla commedia di Machiavelli e al personaggio della saga di Harry Potter, in cui la Mandragola rappresenta rispettivamente lo strumento di un inganno e un’arma letale, nonché attraverso la rilevazione di un mero errore materiale contenuto nella Determina 1332 del 28.7.2022 (l’indirizzo di Mandragola Editrice soc. coop. con indicazione della provincia di Milano anziché di Torino in due diverse parti del documento) l’editoriale suggerisce al lettore che la RTI costituenda sia un’aggregazione non trasparente di imprese, evanescente e irreperibile.
L’editoriale quantifica inoltre in modo errato il compenso che sarebbe attribuito a Mandragola dalla determina comunale, indicandolo in € 144.000,00 annui (12 mila euro al mese), anziché nell’effettivo importo di € 42.663,82 oltre Iva per il 2022, e € 42.663,82 oltre Iva per il 2023 (quindi € 85.327,64 oltre IVA da suddividere in due annualità).
E' palese che l’editoriale, nel formulare il suddetto importo errato per eccesso, nel richiamare i paragoni citati e l’errore materiale dell’indicazione della città in cui si trova la sede legale, spinga il lettore a ritenere che il Comune di Teramo si avvalga della Mandragola Lab e quindi delle società che la compongono per acquistare un servizio superfluo e pagato in eccesso con soldi pubblici, e che dette società, visto il richiamo ai simboli dell’ “inganno”, del “doppio fine” e della “letalità” siano evidentemente parte della macchinazione posta in essere in danno dei cittadini.
Tutto quanto riportato nell’articolo è apertamente smentito dai fatti, e la circostanza rende ancor più lesivo, perché intenzionale, il contenuto diffamatorio dell’editoriale.
Gli indirizzi delle sedi legali delle società Mandragola Editrice soc. coop. di Giornalisti e Laboradio Srl sono pubblici ed effettivi, oltre che univoci, nonché risultanti da banche dati consultabili anche on line da chiunque. Affermare che non sia dato conoscere dove abbia sede legale il soggetto aggiudicatario della gara è, quindi, palesemente e intenzionalmente falso.
Le suddette società sono state e sono entrambe aggiudicatarie di numerosi bandi per lo svolgimento di servizi per enti pubblici, alcuni dei quali in corso nel momento in cui scriviamo, quindi soggetti giuridici muniti di chiara affidabilità e verificata trasparenza.
Dalla mera lettura della Determina della Città di Teramo identificata con n. Reg. Gen. N. 1332 del 28.7.2022, pubblicata in pari data con Nota di pubblicazione n..2342 nell’Albo Pretorio è peraltro possibile evincere in dettaglio anche la durata del progetto assegnato con bando, e l’estraneità del servizio di comunicazione rispetto alla tornata elettorale citata nell’articolo, che secondo la ricostruzione offerta accorcerebbe l’erogazione del servizio al maggio 2023 (fatto suggerito per rafforzare la già errata e diffamatoria quantificazione in eccesso del compenso).
L’editoriale oggetto della presente contestazione, apparentemente volto a contestare scelte o delibere dell’amministrazione comunale, per come formulato è lesivo invece della reputazione delle società costituenti la RTI aggiudicataria del bando indetto dal Comune di Teramo, e ciò senza alcun motivo legittimo. Adombrare comportamenti opachi di società a capitale privato che operano sul mercato, peraltro in mancanza di qualsiasi elemento di fatto o di diritto, lede infatti pesantemente l’immagine delle stesse, e le espone a probabili, ingenti, danni commerciali.
Con la presente Vi diffido pertanto alla rimozione dell’articolo con deindicizzazione dai maggiori e più comuni motori di ricerca del web entro e non oltre 7 giorni dal ricevimento della presente, con riserva di ogni azione a titolo di risarcimento dei danni subiti e subendi dalle società mie assitite. La presente viene inviata anche all’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo perché adotti ogni provvedimento disciplinare idoneo a sanzionare la condotta posta in essere dalla Direttrice in palese violazione della legge professionale.
I migliori saluti
Avv. Francesco Bronzini
Questo ci scrive, in nome e per conto, l’avvocato Francesco Bronzini.
In premessa, prima di contestarla punto per punto, va detto che consideriamo questa diffida totalmente destituita di fondamento, nei modi e nei contenuti, anche in virtù di pesanti e - queste sì diffamatorie - illazioni sul nostro operato giornalistico, delle quali ovviamente chiederemo ragione in tutte le sedi opportune, ivi compreso, vista la presenza di una cooperativa di colleghi, l’ordine regionale competente. Consideriamo inoltre, questa diffida, un gravissimo tentativo di vietarci l’esercizio del diritto di cronaca, così come di limitare il diritto di espressione sancito dall’articolo 21 della Costituzione.
E adesso, nel dettaglio.
Secondo l’avvocato, i passaggi che hanno una portata diffamatoria sono due.
Vediamoli uno alla volta.
PUNTO 1
“Si chiama Mandragola Lab (sì, come la radice strillacchiosa di Harry Potter, la mitica erba alchemica e anche come la commedia di Machiavelli”), ed è un raggruppamento temporaneo di imprese del quale noi teramani sentiremo parlare spesso nei prossimi mesi, sicuramente da adesso alle elezioni. Perché la Mandragola Lab è l’azienda che si è aggiudicata la gara da 120mila euro per la comunicazione, bandita dal Comune di Teramo (….)”
Cosa c’è di diffamatorio? Sono dati desunti dalla delibera del Comune (QUESTA). L’avvocato, con un artificio verbale, rileva una volontà diffamatoria “Attraverso i richiami alla commedia di Machiavelli e al personaggio della saga di Harry Potter, in cui la Mandragola rappresenta rispettivamente lo strumento di un inganno e un’arma letale…” LETTURA ASSOLUTAMENTE INACCETTABILE E DIFFAMATORIA, nella quale si cerca di accreditare a certastampa una volontà denigratoria subliminale, mentre la citazione è legata solo al nome della società, senza alcuna connotazione. E’ solo un dato di cronaca: si chiama come la radice di Harry Potter e un’opera del Machiavelli. Visto però, il tentativo di leggere quello che non abbiamo scritto, allora precisiamo che il riferimento ad Harry Potter è legato alla grandissima popolarità che la “radice strillante” ha tra i cultori della saga di Hogwarts, tanto da essere considerato non una pianta ma un vero personaggio. Sull’opera del Machiavelli, poi, si rasenta il paradosso, leggere un accenno negativo in quella che Voltaire considerò una delle più importanti commedie della storia, giudicato un capolavoro della letteratura, è davvero il triste tentativo di accreditare una verità non vera. Sarebbe come dire che citare la Divina Commedia significa voler accusare qualcuno di aver l’intenzione di cibarsi dei propri figli. Inoltre, sembra sfuggire (sara stata una svista di certo) la terza definizione che diamo della mandragola, ovvero "la mitica erba alchemica", che gli antichi ritenevano avesse anche potenti capacità afrodisiache. Questo vuol dire che intendevamo accusare i soci della cooperativa di essere degli incalliti erotomani? Il riferimento al nome è solo quello che è: un riferimento al nome. Senza letture o sottintesi. Non abbiamo mai espresso giudizi sulla Mandragola, per quelli, positivi o negativi, - semmai - aspettiamo di vederla all’opera «..per lo sviluppo e la promozione del brand “Teramo Città Capoluogo”..», sempre nell’esercizio del diritto di cronaca, di critica e del dettato costituzionale.
PUNTO 2
“...gara che è invece andata alla Mandragola Lab, della quale non possiamo dirvi dove abbia la sede, perché nella determina si legge una volta che ha sede a Torino e una volta che ha sede a Milano. In fondo, poco conta, l’importante è che sappia fare il lavoro per il quale si è aggiudicata la gara con ribasso a 109 mila euro. Già, ma quale lavoro? Lo spiega la determina: (.....). Come dire, di tutto, di più. In soli 10 mesi, anzi, 9, se è vero che si vota a maggio e che l’ultimo mese, in piena par condicio, sarà complicato poter organizzare eventi con la partecipazione degli amministratori comunali. Insomma, stiamo per spendere 12 mila euro al mese, ovvero 400 euro al giorno ‘a supporto dell’ufficio stampa comunale’ per la promozione del brand Teramo Capoluogo’ Siamo ansiosi di vederne i risultati.”
Il riferimento alla sede è, come chiaramente indicato nell’editoriale, dovuto alla contemporanea presenza delle due città nella stessa delibera. Delibera nella quale, peraltro, non viene MAI citata la cooperativa Mandagola, ma solo un generico Mandragola Lab. Cosa ci sia di diffamatorio nel segnalare un errore della delibera, resta un mistero. Sul fatto del compenso, al quale l’avvocato dedica molte righe, anche dettagliando partite annuali e scorpori di Iva, la cosa, crediamo che sia molto più semplice. Tanto per cominciare, accusarci di voler sottintendere una spesa da 144 mila euro in un articolo che riferisce di una gara da 120 aggiudicata a 109… è altra curiosa capriola verbale. Tant’è. Ma siccome l’avvocato contesta il titolo, proviamo a spiegarlo, benché sia chiaramente scritto nell’editoriale: la determina del Comune è del 28 luglio… consideriamo quindi che l’incarico andrà dal 1 agosto 2022 al 1 agosto 2023. Spesa totale per il Comune: 109 mila euro. Considerando che nel 2023 si vota e che nel mese (in realtà è più di un mese, ma facciamo il conto pari) di par condicio il Comune non potrà fare manifestazioni o comunicazioni che non siano strettamente istituzionali, e che, passate le elezioni (con prevedibile ballottaggio) per la formazione della giunta e pratiche accessorie, ci vorrà almeno un mese, nell’arco di questo anno di affidamento i tempi di lavoro effettivo sfioreranno i 10 mesi. Il che non significa che l’azienda aggiudicataria non lavori o non meriti il pagamento, ma solo che gli effettivi questa campagna si produrranno, secondo noi, in dieci mesi. Se poi, ipotesi possibile, non dovesse rivincere l’attuale maggioranza, è altamente improbabile che la nuova, magari di fazione politica contraria, voglia sposare un progetto “lasciato” dagli altri. Può succedere, ma è improbabile. Quindi, nel nostro calcolo, i mesi di lavoro vero per il brand, sono 9. O meglio: sono 9 i mesi nei quali il Comune potrà dedicarsi alla gestione di questa campagna. Di qui, il calcolo dei 12mila. Sempre nel quadro di un totale di 109, COME PIU’ VOLTE ESPRESSO. Quand’anche il nostro calcolo fosse solo - come è per definizione - una lettura giornalistica, quello che conta è il dato fondamentale: questo appalto costerà al Comune di Teramo 109 mila euro. Mai abbiamo scritto 144mila.
Inoltre, mai, e ripetiamo mai nel nostro editoriale viene messa in relazione la ditta aggiudicataria con le elezioni, se non in una lettura meramente temporale. Nessuno ha mai “adombrato comportamenti opachi” della società della costituenda RTI, in merito alle quali anzi, abbiamo chiaramente scritto: “… l’importante è che sappia fare il lavoro per il quale si è aggiudicata la gara con ribasso a 109 mila euro”.
Respingendo quindi al mittente la diffida, nei modi e nei termini, avendo già dato mandato ai nostri legali di valutare ogni opportuna azione di tutela della nostra professionalità dalle illazioni nella stessa contenute, restiamo in attesa di vedere all’opera la Mandragola Lab, per l’attività della quale, nel quadro dell’affidamento del Comune di Teramo, avremo la massima attenzione possibile, nelle forme e nei modi garantiti dalla Costituzione e dall’ordinamento della professione giornalistica.
Elisabetta Di Carlo