Più controlli, più formazione e più consapevolezza del tema-Sicurezza tra i lavoratori e gli imprenditori: sono solo alcuni degli ingredienti della possibile ricetta per fronteggiare un'emergenza-morti ed infortuni sul lavoro che vede la Regione Abruzzo maglia nera in Italia. E tra le province abruzzesi, i riflettori restano puntati su quella di Teramo dopo le due tragiche morti sul lavoro in sole due settimane: Tonino Fanesi, 49enne operaio della Metallurgica Abruzzese, papà di tre figli e Roberto Scipione, 52enne, dipendente della Iceim e papà di un bimbo di appena 4 anni. Ma la ricetta della Regione, elencata in un lunga intervista rilasciata due giorni fa ad un foglio regionale, solo parzialmente può trovare piena condivisione dalle sigle sindacali. "Più controlli? Bene. Sono anni che i sindacati sono nelle aziende, accanto ai lavoratori. Peccato che, poi, però, la Regione Abruzzo non si è fatta vedere alla manifestazione organizzata da Cisl, Cgil e Uil in pieno centro a Teramo a metà settembre appena poche ore dopo la tragica morte di Tonino Fanesi! Non si sono fatti nè vedere, nè sentire! Doveva scapparci il secondo morto per avere un segnale di presenza?". Al commento deluso di Marco Boccanera, segretario provinciale della Fim Cisl, fa seguito quello della collega della Fiom Cgil, Natascia Innamorati: "Abbiamo registrato quel giorno in piazza solo la presenza del sindaco di Teramo, questa è la verità. Eppure eravamo lì, con i lavoratori e i rappresentanti sindacali in maniera unitaria, per denunciare questa mattanza. Appena due settimane dopo abbiamo assistito al secondo operaio morto mentre lavorava. Mi verrebbe da dire, amaramente, che la Regione arriva dopo lo sparo, purtroppo...Bene aumentare e spingere sui controlli, bene monitorare le aziende su salute e sicurezza, sarebbe meglio ascoltare le organizzazioni sindacali che su questo lavorano da anni visto che sono le uniche che denunciano qutiodianamente le morti sul lavoro". Intanto proprio dalla Metallurgica Abruzzese dove lavorava proprio Tonino Fanesi, Fim Cisl e Fiom Cgil hanno lanciato le assemble nei luoghi di lavoro che verranno organizzate in tutte le aziende: "Stiamo pensando di utilizzare le ore di formazione continua (quelle che i lavoratori dovrebbero utilizzare per la formazione professionale, ndr) per fare formazione sulla salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro oltre a continuare a sensibilizzare i lavoratori e le lavoratrici su questo tema affinchè possano esigere un diritto, conoscendolo perfettamente" aggiunge la Innamorati. Resta in piedi sempre la messa in atto di tutte quelle le azioni che il contratto consente per evitare di lavorare in pericolo. Il testo unico sulla sicurezza prevede, infatti, che un lavoratore possa fermarsi se ritiene di non trovarsi in una condizione di sicurezza senza rischiare alcuna reazione dell'azienda, chiaramente fino alla verifica effettiva delle condizioni lavorative.