"Walk Close To The Ground
Sing Close To The Music
Love Close To The Body...
That's All I Can Say"
Stuart Z. Perkoff (1930-1974)
In una città dove si parla di cultura spesso a sproposito e molti sono lesti a saltare su tutte le sedie libere disponibili tra amici di qualsiasi giuria letteraria, c'è invece chi, in silenzio, la promuove nella sua forma più misteriosa e alta al di là di ogni frontiera geografica e linguistica. C’è chi, pur non frequentando, anzi: soprattutto non frequentando le viete parrocchie culturali, che celebrano in culto di una religione fatta di favori scambiati e condivisioni interessate, affida al mondo l’immagine diversa della provenienza da un luogo nel quale, pur nelle logiche della provincia, si riesce a costruire vera cultura. E lo fa regalandoci emozioni riflesse, consentendoci di far nostra l’emozione di un traguardo raggiunto. Questa è la storia di uno di noi, del quale possiamo e dobbiamo andare orgogliosi, vincendo il tristo pensare teramano che ci vuole, sempre e comunque, condannati all’eccesso di critica fin oltre l’autodistruzione collettiva.
Il 30 settembre è uscito in libreria il numero 15 della rivista Poesia, Rivista internazionale di cultura poetica, la più importante pubblicazione di settore in Italia e diffusa anche all'estero e nelle maggiori università del mondo, fondata da Nicola Crocetti nel 1988 e assorbita in questa nuova serie dal Gruppo Feltrinelli nel 2020, dove Crocetti continua a dirigerla insieme alla collana dedicata alla poesia; e in questo ultimo numero troviamo un ampio spazio dedicato all'opera di traduttore e curatore del teramano Massimo Ridolfi, che con il suo progetto editoriale, Letterature Indipendenti, nel novembre 2020 riportò alla luce l'opera di Stuart Zane Perkoff con la pubblicazione del volume Il Profeta di Venice, l'unica pubblicazione attualmente disponibile nel mercato editoriale mondiale sul grande poeta americano, lavoro di ricerca che il critico teramano commenta con queste parole: "Quello con Perkoff è, per me, un inesauribile incontro della mente; io da qui e lui dov'è che sta adesso, dentro il suo esistere l'adesso, che non vedo ma che sento fortissimo, come un richiamo che trova e tocca altre risonanze dell'umano e del non più umano. E questo mi porta ogni volta a riprendere questo libro. A riaprire a caso questo libro. A rileggere a caso una sua poesia: in questo libro c'è segnato un dialogo ininterrotto tra esseri viventi. Ho sempre pensato che scrivere libri sia come costruire dei ponti. Questo mio lavoro sull'opera di Stuart Z. Perkoff è il mio personalissimo ponte verso il Nuovo Mondo e tributo alla Beat Generation: Perkoff è, senza ombra di dubbio, la quinta grande isola "dell'Arcipelago Beat", insieme a Jack Kerouac (1922 - 1969), Allen Ginsberg (1926 - 1997), Gregory Corso (1930 - 2001) e Lawrence Ferlinghetti (1919 - 2021), e sicuramente il più originale dei cinque."
Pubblicazione quella di Massimo Ridolfi per i tipi di Letterature Indipendenti che per la sua importanza è stata da subito acquisita dalla Library of Congress, Washington DC., mancando l'opera di Perkoff anche dai cataloghi editoriali statunitensi (Link Catalogo Library Of Congress - Washington D.C. - U.S.A. https://bit.ly/3BHt7hq): lo stesso ha personalmente curato l'ampio estratto concesso in esclusiva alla rivista di Crocetti.
Il mio personale incontro con Massimo Ridolfi è avvenuto quando denunciò che in questa città si continua a onorare personaggi di tutt'altra parte dimenticandosi dei propri poeti, perorando allora l'intitolazione di Piazzetta del Sole ad Alfonso Sardella, pratica di cui questa amministrazione non ha dato più notizie (vedi articoli: http://bit.ly/3BZ4ore ; http://bit.ly/3CrGx4X), interventi dove rimproverò che "non si può partire per un lungo viaggio che dalla propria casa"; e, in un ultimo intervento sul caso, dice che "Una comunità che non ricorda i suoi poeti, è una società morta." (vedi: http://bit.ly/3C3oz7l).
Quella della dimenticanza, intesa come volontaria scelta di consegnare qualcuno all’oblìo, è l’altra pratica diffusa del pensare teramano. È una sorta di inevitabile damnatio, che non colpisce la memoria dei peggiori, ma paradossalmente dei migliori, come a voler riuscire “in morte” a realizzare quell’invidiosa dimenticanza che, si diceva, fin troppo spesso si usa nei confronti dei vivi più visibili. Massimo Ridolfi ha saputo, invece, farsi carico di quel nostro fardello odioso e odiante, sgravandocene e poi liberandocene, rendendoci capaci di ricordare i nostri poeti, e per questo tenendoci in vita.
Massimo Ridolfi collabora con questa testata dal novembre 2021, dove lo si può leggere puntualmente nella rubrica domenicale dedicata alla poesia italiana contemporanea (vedi CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEPORANEA: http://bit.ly/3RtYjZi)
Ph. Massimo Ridolfi, Piazza Sant'Anna, Teramo, novembre 2019 (Copyright ©️ novembre 2019 Fiorella Sampaolo per Letterature Indipendenti)