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FINANZALa Guardia di Finanza, a ridosso del weekend dei tradizionali festeggiamenti di Halloween, nell’ambito del controllo economico del territorio, ha sequestrato oltre 1.100 giocattoli, costumi ed accessori, in violazione dell’art. 474 del Codice Penale (commercio di prodotti con segni falsi) e del D.Lgs. 206/2005 (Codice del Consumo). Nello specifico, i militari del Gruppo Chieti, durante l’attività finalizzata a prevenire e contrastare il commercio di materiale contraffatto, non sicuro e dannoso per la salute, in un’attività commerciale in San Giovanni Teatino, hanno posto sotto sequestro oltre 530 articoli ludici, tra maschere di Halloween, kit per travestimenti, accessori, giocattoli e coloranti destinati a bambini ed adulti, che non rispettavano gli standard di sicurezza previsti dalla normativa europea e nazionale. Infatti gli stessi, relativi a vari personaggi di film horror e di note serie televisive, erano privi delle avvertenze e delle istruzioni previste dalla specifica normativa sulla sicurezza dei giocattoli e carenti delle indicazioni riguardanti i materiali utilizzati e le precauzioni d’uso. Tutte informazioni, finalizzate alla tutela del consumatore, che per legge devono essere presenti sulle confezioni o sulle rispettive etichette, in modo visibile, leggibile ed in lingua Italiana. Il rappresentante dell’esercizio commerciale è stato segnalato alla Camera di Commercio per violazioni amministrative inerenti alla sicurezza dei prodotti e l’applicazione della prevista sanzione amministrativa da 516,00 a 25.823,00 euro, ai sensi dell’art. 12 del Codice del Consumo. Le Fiamme Gialle, inoltre, in altro esercizio commerciale di Chieti, hanno sequestrato 580 carte da gioco contraffatte della tipologia “Pokemon”. Si tratta di un gioco da tavolo molto diffuso tra bambini in età scolare, le cui carte hanno un minimale valore economico, ma che nella realtà sono diventate oggetto di scambio, al punto che quelle più rare hanno raggiunto delle vere e proprie quotazioni in quanto ritenute pezzi da collezione. Nel web, infatti, esiste un mercato parallelo, che sfugge dai canali ufficiali della casa di produzione e che spesso, come confermato dai sequestri dell’ultimo periodo, si presta a fenomeni di contraffazione. Il titolare dell’esercizio commerciale è stato segnalato all’Autorità giudiziaria per commercio di prodotti con segni falsi, reato punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a euro 20.000.