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Apprendiamo che si è costituito un comitato, formato da una decina di cittadini rappresentanti di associazioni e comitati di quartiere, allo scopo di promuovere un referendum finalizzato al “recupero architettonico e alla ricucitura” dell’area adiacente il teatro romano.

Siamo lieti di apprendere che la suddetta area è oggetto di interesse da parte dei cittadini ma ci stupisce che ci si voglia affidare ad un referendum, il cui quesito referendario non conosciamo, quando per la stessa area è stata già messa in atto, da circa due anni, ad opera dell’associazione Demos, da anni in prima linea per iniziative di partecipazione e democrazia, una importante iniziativa di urbanistica partecipata, che ha avuto peraltro vasta eco sulla stampa, e precisamente un Sondaggio deliberativo, che si è svolto attraverso un’assemblea plenaria di apertura, il patrocinio del Comune di Teramo, la costituzione di un qualificatissimo Tavolo Tecnico, un’assemblea di chiusura e che ora si sta completando attraverso work shop presso alcune scuole teramane.

Il Tavolo Tecnico, costituito da un pool internazionale di architetti, urbanisti, storici dell’arte, archeologi, docenti universitari ha svolto un importante e qualificatissimo lavoro con un metodo rigoroso che attraverso l’analisi e l’elaborazione dei dati, ha permesso di elaborare proposte progettuali di riqualificazione dell’intera area e di riconnessione di essa alla città, attraverso la scelta di elementi identitari e strategici che consentissero la creazione di percorsi culturali e urbani capaci di connettere la memoria storica col presente e di prevedere una visione futura non frammentata o episodica ma globale come deve essere l’imago urbis.

Il percorso del Tavolo Tecnico si è svolto attraverso incontri in streaming, aperti a tutti, che hanno visto la presenza, quali ospiti del Tavolo, di importanti figure del mondo accademico, culturale e professionale oltre che registi, direttori d’orchestra e, naturalmente, dei rappresentanti dei quattro quartieri storici teramani.

Dunque, ci incuriosisce che si pensi ad indire un referendum proprio su un tema come questo, che è stato certamente un tema ampiamente studiato e narrato alla cittadinanza, tema per il quale sono state elaborate proposte di riqualificazione e di ricucitura di altissimo livello come mai era stato fatto per nessuna altra parte della nostra città. E soprattutto ci stupisce che si pensi di restituire identità e qualità ad un’area urbana semplicemente con un referendum. A meno che, ovviamente, il quesito referendario non richieda di esprimersi solo sull’opportunità di riqualificare l’area, cosa sulla quale non si può non essere d’accordo.

Arch. Maria Antonietta Adorante

Demos Teramo;

coordinatrice del Tavolo tecnico S.D.