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875319-thumb-full-720-s230116_denaro_arrestp.jpgMatteo Messina Denaro, il boss della
Mafia catturato dopo oltre trent'anni di latitanza, ha trascorso
la prima notte in carcere, nella struttura di massima sicurezza
dell'Aquila, "Le Costarelle" di Preturo, a pochi chilometri dal
capoluogo d'Abruzzo, dove sara' sottoposto a tutte le cure
necessarie per la patologia, il tumore al colon, di cui e'
affetto. All'Aquila e' arrivato a notte inoltrata dopo il
trasferimento a bordo di C-130 dell'Aeronautica atterrato
all'aeroporto di Pescara. Poi il viaggio verso L'Aquila,
scortato dai carabinieri. Il carcere dell'Aquila e' gia'
attrezzato con una cella adibita a infermeria: qui Messina
Denaro sara' curato, ma va chiarito che la stanza e' a
disposizione di tutti gli altri detenuti che necessitano di
interventi medici, non si tratta, insomma, di un trattamento
particolare. Non ci saranno, insomma, almeno in questa fase,
trasferimenti verso l'ospedale San Salvatore del capoluogo.

A sovrintendere sull'operazione e
sulle procedure anche il Garante abruzzese per i detenuti,
Gianmarco Cifaldi: "Mi sono sincerato, in accordo e
collaborazione con Asl e struttura penitenziaria, che tutto
fosse a posto per garantire il diritto alla salute del
detenuto". Il carcere dell'Aquila e' stato scelto per una serie
di ragioni, in primis logistiche e di sicurezza, perche' le vie
d'accesso alla citta' sono facilmente monitorabili e bloccabili.
In secondo luogo il penitenziario aveva disponibilita' di posti
nell'ala riservata al 41bis, per i detenuti ristretti in
condizioni di massima sicurezza. Infine, fattore decisivo, la
presenza in citta' di un centro oncologico ospedaliero di buon
livello. E infatti stamattina Messina Denaro e' stato gia'
visitato dai medici oncologi del posto, per avere notizie piu'
certe sulla sua storia clinica e abbozzare un protocollo
d'intervento. L'equipe ha confermato la compatibilita' delle sue
condizioni di salute con il regime detentivo.

E' il carcere d'Italia con il più
alto numero di detenuti al 41 bis, le Costarelle sono il centro
del carcere duro. Il penitenziario dove è stato assegnato Matteo
Messina Denaro a Preturo è di fatto in mezzo al nulla, è una
isola detentiva lontano dal resto della città dell'Aquila. Ciò
ha favorito la sua costruzione e destinazione sin da subito a
carcere di massima sicurezza.
La struttura è stata ultimata nel 1986 ed è entrata in
funzione nel 1993: già dal 1996 fu adibita quasi interamente
alla custodia di detenuti sottoposti a particolari regimi di
alta sicurezza che alloggiano in celle singole. Da una capienza
iniziale di 150 detenuti si è poi passati ad un massimo di 300,
compresi i carcerati comuni. All'inizio l'apertura di questo
istituto con le finalità descritte non fu vista con grande
favore dalla comunità aquilana.
E' considerata una delle opere del 'Pentapartito': alla fine
degli anni '80 la città con il contributo del sottosegretario
alle Finanze Domenico Susi (Psi), al Governo per 9 anni
consecutivi con 3 esecutivi diversi, si dotò di nuove strutture
come la scuola della Guardia di Finanza e appunto il carcere.
Significativo che entrambe le strutture non solo hanno resistito
al sisma del 2009, ma sono anche diventate proverbiali per la
loro sicurezza. Fu insomma subito concepito per favorire il
passaggio dall'art. 90 degli anni '70 -che riguardava la
sicurezza in carcere- alla evoluzione nell'attuale 41 bis.
Ora ospita dodici donne -essendo l'unico penitenziario con la
sezione femminile per il regime 41bis - e circa 160 maschi e
prevede anche aree riservate. Non ha mai dato vita a particolari
episodi, proprio per la sua rigida e ferrea gestione. All'inizio
degli anni duemila furono gli stessi agenti penitenziari a
scioperare per la difficile vita interna e per l'adeguamento
degli organici, anche perchè la struttura in quegli anni si
gonfiò di detenuti pericolosi dopo la chiusura di Pianosa e
Asinara.
Qui fu trasferita e sta tuttora Nadia Desdemona Lioce,
l'irriducibile delle nuove Br condannata all'ergastolo per gli
omicidi D'Antona e Biagi. Nel super carcere de L'AQUILA sono
stati ospitati detenuti eccellenti come il boss mafioso Leoluca
Bagarella - che sconta l'ergastolo per strage -, Raffaele Cutolo
della Nuova camorra organizzata, l'esponente dei casalesi
Francesco Schiavone detto Sandokan, l'esponente della Mala del
Brenta Felice Maniero. Qui fu detenuto anche Totò Riina.

LE IMMAGINI DEL TRASFERIMENTO AL CARCERE DELL'AQUILA