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Abbiamo ricevuto la seguente diffida:

Formulo la presente in nome e per conto della Sig.ra Rita Di Ferdinando, responsabile della comunicazione della Te.am.
Da alcuni mesi compaiono sul vostro  quotidiano on line, diversi articoli a firma della Dott.ssa Elisabetta Di Carlo, la quale in data 3 ottobre, si lamentava per la pubblicazione di un video che la Di Ferdinando aveva divulgato sul suo profilo privato di instagram  - non in veste di addetta alla comunicazione -  affermando: “ci piacerebbe consigliare all’addetto alla comunicazione di diffondere i video a chi fa della comunicazione il proprio lavoro e non solo sulle pagine di alcuni dipendenti” come se la  Di Ferdinando dovesse rendere conto alla stampa locale ed in particolar modo alla  Di Carlo di ciò che pubblica sul proprio profilo privato.
             Con altro articolo del 31 dicembre 2022 la Di Carlo suggeriva addirittura di “rimuovere dall’incarico chi stila il calendario della raccolta differenziata” poiché, a suo dire, avrebbe compiuto errori tali da “complicare la vita dei cittadini” come se il calendario dipendesse unicamente dalla Di Ferdinando e non fosse stilato in concerto con gli uffici tecnici e quindi approvato dal Consiglio comunale.
In data 3 febbraio 2023, la Di Carlo tornava all’attacco, criticando nuovamente l’ufficio stampa della Te.am e la scelta di investire in un supporto esterno; ritenendoli - a suo dire -   responsabili per il mancato richiamo alla scuola elementare Noè Lucidi.
Da ultimo, il 19 febbraio scorso, veniva pubblicato l’ennesimo articolo in cui il rappresentare come l’erroneo conferimento da parte degli esercenti commerciali presso l’isola ecologica di Via Mario Capuani, si tramutava in un attacco gratuito all’ URP della Te.Am reo di non aver comunicato alla Dott.ssa Di Carlo la data della sostituzione dell’isola ecologica.
E’ chiaro come i fatti riportati dalla Di Carlo sono arbitrariamente interpretati, esorbitando da una critica legittima ed improntata a serena obiettività, con una finalità unicamente denigratoria.
Con la presente pertanto la sottoscritta Avv. Caterina Lettieri diffida formalmente dal proseguire detta condotta diffamatoria chiaramente lesiva della reputazione della mia assistita.
             Spiacenti di informarVi che in caso contrario darò seguito al mandato ricevuto.
              Distinti saluti.
  Avv. Caterina Lettieri

 

 LA NOSTRA RISPOSTA

Gentilissima avvocata Lettieri,

spiace dover rilevare come, ancora una volta, i rapporti tra la Teramo Ambiente e certastampa siano ispirati non al giusto rispetto dei ruoli (peculiare della stampa è anche l’esercizio del diritto di critica), ma debbano ricomprendere il ricorso (minacciato o effettivo) alle vie legali.
 Spero non le sfugga il fatto che la sottoscritta, solo per aver esercitato il diritto di critica costituzionalmente riconosciuto, ha subito DUE PROCESSI in virtù di una denuncia presentata dall’allora amministratore delegato. Di quei DUE PROCESSI, conclusisi con “IL FATTO NON SUSSISTE”, siamo ancora in attesa di conoscere chi abbia sostenuto le spese legali, atteso che il caso fu anche oggetto di dibattito in Consiglio.
E ora, veniamo alla sua lettera:

scritto del 3 ottobre - Lei davvero legge nella frase “ci piacerebbe consigliare…” un intento denigratorio? Mi aiuti, la prego, a scoprire in quale articolo del codice penale un “consiglio” diventa una denigrazione. La sua cliente - non svelo un mistero - è incaricata della comunicazione di una società di totale proprietà pubblica, circostanza questa che motiverebbe quel nostro consiglio, relativo alla pubblicazione di un video che magnificava l’attività della TeAm stessa. Le ricordo, ma immagino non sia necessario, che la sua cliente, qualora intendesse vietarmi la visione dei suoi video, potrebbe tranquillamente “bannarmi” su Instagram.

articolo del 31 dicembre 2022 - Perdoni, avvocata, lei nell’articolo di critica all’estensore del calendario della TeAm, legge il nome di Rita Di Ferdinando? Lo rilegga QUI e mi spieghi, perché evidentemente lei ha migliori capacità interpretative, in quale riga, parola, virgola dell’articolo si fa riferimento alla sua cliente. Excusatio non petita…?

articolo del 3 febbraio - Immagino, avvocata, che lei abbia avuto modo di verificare che QUESTO articolo è, in realtà, la lettera di una cittadina, con tanto di firma chiaramente leggibile. Il nostro commento, che lei considera denigratorio, era in realtà la manifestazione di un dubbio, relativo al fatto che la TeAm non avesse comunicato con la scuola. E sottolineavamo il fatto che, di recente, la stessa Teramo Ambiente, ha finanziato un progetto di comunicazione con una società esterna, del quale la stessa Di Ferdinando è referente. Orbene, è denigratorio stupirsi del fatto che una società che gode di un addetto alla comunicazione interno e di una consulenza esterna da 1250 euro al mese non abbia comunicato? Mi corre l’obbligo di ricordarle che quei 1250 euro al mese, così come gli stipendi della TeAm, escono dalle casse di una società che è di proprietà pubblica, quindi la nostra è, sempre nell’esercizio del ruolo costituzionale della stampa, l’applicazione alla cronaca di un interesse legittimo, quello di informare i cittadini. Sarebbe bastato, al succitato ufficio di comunicazione, scrivere due righe e rispondere, a noi e alla nostra lettrice, invece… si preferisce leggere una nostra volontà denigratoria. PS. Pochissimi minuti dopo la pubblicazione, il problema è stato risolto.

articolo del 19 febbraio - Voglia gradire i miei complimenti: il passaggio sul fatto che la sua assistita, con l’annesso progetto di comunicazione del quale è referente, non abbiano comunicato “alla Di Carlo” è davvero fantastico. Vede, avvocata, su queste pagine di quell’isola ecologica abbiamo scritto molte volte, riportando lamentele dei cittadini e proteste dei residenti, quindi la comunicazione del cambio non era “interesse della Di Carlo”, ma dei cittadini teramani, che sono, attraverso il Comune, i proprietari della TeAm e che, pertanto, hanno il diritto di essere informati. Di quello, in QUESTO articolo ci si lamentava, ma ancora una volta, alla semplice risposta si preferisce la lettura di una volontà denigratoria.



Per quanto spiegato, intuirà come sia obbligatorio da parte mia respingere con sdegno le sue illazioni su una presunta volontà denigratoria, del tutto inesistente, così come considerare inaccettabile e offensiva la sua diffida, tra le righe della quale cercherò di non scorgere un velato tentativo di esercitare una forma di controllo limitante la libertà di stampa, sancita dall’articolo 21 della Costituzione.

Cordialmente
Elisabetta Di Carlo