Vinca o pareggi domani a Pescara, il Città di Teramo (oh, basta, io dico il Teramo) sarà promosso in Eccellenza. Risultato sperato e non scontato quando, a settembre, seppellito il Teramo di Iachini sotto un mucchio di corone spinate, non avevamo né una società di calcio, né uno stadio né un pallone, e nemmeno un allenatore e un solo giocatore. Giovanotti di buona volontà crearono in pochi giorni una nuova società, convinti di essere ammessi in serie D, o almeno in Eccellenza, poi, già con un allenatore e un direttore sportivo ingaggiato seppero che si doveva ripartire dall’amaro calice della Promozione. E dalla Promozione ripartirono, con un allenatore e un direttore sportivo che avrebbero potuto prendere la scusa che si ripartiva troppo dal basso, ma non accamparono scuse e dal basso ripartirono. Misero su una squadra pezzo per pezzo e senza preparazione la misero davanti ai nastri di partenza di un campionato da vincere ad ogni costo. E lo hanno vinto. Il prossimo sarà un campionato di Eccellenza. Non tutti ci credevano, e ricordiamo con quanta puzza al naso molti tifosi scettici e nostalgici del Teramo morto (ucciso da Iachini) e sepolto (sempre da Iachini) tentennarono molto prima di accorrere in massa alla prima partita da giocare in casa a Montorio (tanto che fu una festa vederli arrivare con i loro vessilli e i loro cori all’ultimo momento).
Vuoi o non vuoi, l’anno prossimo il Teramo (io lo chiamo così, perché quell’altro Teramo, quello di Iachini per me è morto e sepolto) giocherà in Eccellenza e giocherà per vincere e salire ancora. Forse ci riuscirà, forse no, perché vincere i campionati è sempre difficile. Certo è che attualmente il Teramo sta diventando a poco a poco come una bella giovinetta, seducente, capace di attrarre, per il suo lignaggio (leggi blasone) molti corteggiatori, dai quali si deve necessariamente guardare. Troppi ce ne stanno che aspirano alle sue grazie considerandola come una facile preda, su cui avventarsi con sguardi lubrichi e truculente intenzioni di possesso. Bene fanno i suoi genitori, il presidente Rastelli e gli altri dirigenti, a proteggerla dai lupi pronti ad avventarlese addosso nel bosco. Bene fanno a fare ciò che non fece Iachini quando si presentarono i Ciaccia. Rastelli, mi raccomando: ai vari napoletani, torinesi, milanesi che vengono a chiedere la mano, o il piede o qualche altro pezzo della vostra figliola, tenera fanciulla, fate l’analisi del sangue, scrutate il loro passato e gli eventuali precedenti giudiziari e le fedine penali. Accertatevi delle loro intenzioni e verificatele. Attenti agli squali. Condivido la decisione di Rastelli di dire da subito no, un no preventivo, ad un ingresso in società con quote di partecipazione a soggetti estranei alla provincia e alla economia teramane. Al 90% verrebbero per predare e portarsi via la fanciulla dopo averla stuprata, voi difendetene le virtù e conservatela integra. Passo passo, bomba o non bomba, arriveremo a Roma (il ritorno in serie C). Prudenza, la stessa prudenza che avete usato ieri sera, quando avete accettato un incontro solo tra parti commerciali (senza presidente) solo a fini commerciali e in vista di accordi commerciali (sponsorizzazioni o altro del genere). Siate pronti a dire molti no, e al minimo sentore di imbroglio cacciate i mercanti dal tempio. Dal tempio del nostro calcio, già troppo diroccato da improvvide e sciagurate iachinate.
Io sono con voi, con la vostra politica del passo per passo, dell’umiltà, della chiusura ai tanti mercanti del calcio che nel calcio hanno solo interessi economici. Sono stato al vostro fianco fin dal primo allenamento, al campo dell’Acquaviva, e fin dalle prime partite in casa a Montorio. A proposito di Montorio, non sono troppo insoddisfatto di giocare in casa a Montorio, se l’alternativa è quella di mettere un solo euro nelle tasche di chi ha ucciso il Teramo. Al Bonolis ci si giocherà quando un sindaco più coraggioso di D’Alberto troverà l’ardire di provare a riprenderselo il Bonolis. Io da sindaco lo avrei fatto e avrei saputo come farlo. Se D’Alberto vorrà consigli, gliene darò. Spero che abbia il coraggio di farlo Antonetti, a cui il coraggio non manca - non essendo un indecisionista e un re tentenna, questo lui proprio no - se il sindaco sarà lui. Ho poco altro da aggiungere. Mi sta troppo a cuore il calcio teramano per temere che possano arrivare altri Ciaccia a depredarci. Presidente Rastelli, hai fatto bene a mettere sulla porta un allarme che squillerà ogni volta che si avvicinerà un predatore. Non seguire i consigli di chi ti spinge a far salire sulla barca del Teramo il primo venuto, perché potrebbe essere quello che fa un buco sul fondo e la barca la fa affondare. Di nuovo. Presidente Rastelli, continua così, sopporta anche le spinellate finché puoi e, quando non puoi più, fanne a meno. Ai tifosi del Teramo, a nome dei quali tuttavia non ho l’autorità di parlare, basta la serietà di un progetto e il vostro lo avete scritto l’anno scorso, risuscitando un morto ammazzato (ovviamente sul piano sportivo): portatelo aventi. Io ci credo.
Elso Simone Serpentini