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Ogni abruzzese produce più di 460
chilogrammi di rifiuti ogni anno, mentre 6 rifiuti su 10 vengono
differenziati: un dato quest'ultimo in linea con la media
nazionale.
Lo rivela un'indagine di Abruzzo Openpolis progetto di
Fondazione Openpolis, Etipublica, Fondazione Hubruzzo, Gran
Sasso Science Institute e StartingUp. Il quadro, secondo i
ricercatori, è eterogeneo, sia per quanto riguarda la produzione
dei rifiuti che la raccolta differenziata degli stessi.
Tra i quattro capoluoghi Teramo è quello che ricicla di più:
il 71,9% degli scarti nel proprio territorio comunale. Una quota
maggiore rispetto a quella regionale (64,63%) come anche quella
di Chieti (69,8%). I territori di Pescara e L'Aquila si
attestano invece su percentuali molto più basse, rispettivamente
a 46,6% e 39,4%.
Si trovano tutti in provincia di Chieti i comuni che
differenziano più rifiuti in Abruzzo. Si tratta di Villa Santa
Maria, che ricicla il 93,9% degli scarti prodotti dai cittadini,
Palena (92,3%) e Borrello (90,8%). Tra i comuni abruzzesi di cui
sono presenti i dati, quelli che riciclano percentuali inferiori
sono Campo di Giove (L'Aquila, 13,2%), Pietranico (Pescara,
21,8%) e Tione degli Abruzzi (L'Aquila, 22,7%).
La gestione della raccolta dei rifiuti è di diretta competenza
comunale. Si tratta di spese importanti per le amministrazioni,
che per la quasi totalità affidano la raccolta dei rifiuti a
società pubbliche mediante costosi contratti di servizio.
In questo senso è significativo che sia proprio Teramo a
spendere la cifra più alta tra quattro capoluoghi: 280,04 euro
pro capite nel 2021. Parliamo di oltre 14 milioni di euro in un
anno. All'Aquila, nel 2021 sono stati spesi 220,39 euro per
persona (pari a 15,2 milioni di euro alla voce "rifiuti" nel
bilancio consuntivo), vale a dire molto più della media
nazionale (151,95 euro pro capite). Tuttavia, nel capoluogo di
regione vengono riciclati meno di 4 rifiuti su 10.
Nel 2014 l'Unione europea segnalò ben 84 discariche abusive
presenti in Italia. Di queste 13 erano collocate in Abruzzo, di
cui 12 oggi risultano finalmente bonificate.