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CORALE: SETTIMANALE DI RICERCA SULLA POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA

Poeta: UGO BERARDI

da "MORPHÉMA, Ipotesi su nove stanze delle 'Avventure di Pinocchio', della patologia della forma e senso della trasformazione, II" di Ugo Berardi, in "Quattro Poemetti (1998-2012)" (Accademia Barbanera 2013)

MORPHÉMA

(Ipotesi su nove stanze delle 'Avventure di Pinocchio', della patologia della forma e senso della trasformazione)

II

Infinitesimi

elementi primordiali,

morfemático, poemático

divenire

del vivente.

res extensa,

res manifesta

Mutati i lutti

d’ogni specie,

uno scarno oggi,

teatrante contingente,

per un domani

prestatore d’opera.

Ma che nulla

vien da nulla

già Lucrezio

l’ebbe detto,

l’atomismo imperituro

di pensare la questione

ti risparmia la fatica.

 

NOTA DI LETTURA

Esistono eccome i Poeti con la P maiuscola. E la Poesia con la P maiuscola è certamente quella che scriveva Osip Ėmil'evič Mandel'štam (1891-1938). I Poeti esistono con la P maiuscola perché sono quelli in grado di un maggiore ascolto rispetto agli altri, a meno che non si voglia considerare tutti indistintamente dei Charles Baudelaire (1821-1867), poi però non sarebbe più materia di critica letteraria ma, purtroppo, di medicina della salute mentale, cioè si finirebbe per trattare di questioni puramente psichiatriche. E a dir poco rovinoso sarebbe per un critico eludere il corpo del poeta da ciò che scrive, perché è proprio la presenza fisica dell’autore nel mondo – in questo mondo qui, precedente, presente e futuro: il poeta, l’artista autentico è sempre contemporaneo perché resta nel tempo e nello spazio con la propria presenza, una forma di altra esistenza che rimane tangibile, sensibile nell’opera che ci ha lasciato – che permette la sua propria scrittura. Quindi, per sillogismo, esiste la Poesia con la P maiuscola, con buona pace di Mandel'štam e a seguire, dal passato, da qui all'eternità; e con rassegnata conoscenza anche del sottoscritto.

La poesia non è una religione, e non assolve a una missione di evangelizzazione del mondo; la poesia è semplicemente un'arte – molto antica e probabilmente la prima a concretizzarsi formalmente –, e come ogni arte ci sono solo due modi per farla, cioè farla bene o farla male. I grandi Poeti la fanno benissimo, e, in più, non sanno neanche dirlo, né tanto meno insegnarlo, com’è che si scrive una poesia.

Arte e Vita, che si sappia finalmente, sono la medesima cosa: questo è assai più urgente comprendere prima di, prima di tutto, anche se solo si volesse uscire a passeggiare.

E allora usciamo ora insieme a prendere un po’ d’aria fresca respirando tra i versi di Ugo Berardi, che sa – questo ancora non l’ho detto – che la poesia è materia assai seria (ma guai al poeta che si prendesse troppo sul serio), come è cosa assai terrena; il mondo è tutto un fondo stratificato dal quale cavare ogni parola, proprio come fa Berardi per comporre i suoi sostanziali poemetti, perché dice chiaro ogni suo verso questo poeta, che stretto tiene il senso in pochi, contratti versi, che appaiono di una semplicità difficilissima da arrivarsi, una semplicità che impressiona per la sua esattezza, fino a fare una Poesia che non ha bisogno di esegesi – caratteristica di ogni buona poesia – perché c’è dentro tutto l’uomo quotidiano, compresso dalla patologia della forma e senso della trasformazione umana.

MASSIMO RIDOLFI

 

ASCOLTA QUI I VERSI: https://youtube.com/shorts/zikExTVf6Yw?si=EnSIkaIECMiOmarE .