Da non perdere, oggi su Rai1 “Linea Verde” - la più prestigiosa rubrica televisiva gastronomica – l’intervento de “l’umile cantiniere” teramano, prestigioso cuoco, Marcello Schillaci che renderà onore alle tradizioni gastronomiche con i piatti della cucina teramana. E soprattutto, nuovamente sulla Rai, renderà il giusto tributo alla regina di tutti i piatti, all’imperatore della tavola, al nostro piatto simbolo, le virtù.
Ancora una volta l’indiscusso re delle Virtù sui canali nazionali porterà la storia delle virtù, che come tanti piatti della tradizione regionale italiana, dimostra come il cibo è cultura. E nella Cantina di Porta Romana c’è la storia delle virtù teramane, da mangiare rigorosamente a partire da oggi (visto la stagione invernale mite) fino al Primo Maggio. Le virtù, una storia, una tradizione, una religione culinaria, non solo una ricetta, un rito che racchiude numerosi significati simbolici. Uno per tutti? Il numero di varietà di legumi, pasta, erbe: 7. Un numero propiziatorio! A Teramo lo sappiamo ma grazie a Schillaci anche in Italia ora sanno che le virtù teramane nascono per dare fondo agli avanzi della dispensa prima dell’inizio del raccolto. In particolare, i legumi rappresentavano anche la cura con cui le massaie avevano saputo conservare il cibo durante l’inverno.
Il Primo Maggio indicava l’entrata nel mese della rinascita, del risveglio della natura, dell’annuncio dei fidanzamenti. La parte principale del rito è il pasto collettivo, quando ci si riunisce intorno alla tavola per mangiare le Virtù. In origine, erano distribuite anche ai vicini e ai viandanti. Ma con le virtù il cantiniere di Poetra Romana illustrerà anche i piatti teramani che trasudano storia, tradizione come la chitarra ng le palluttin’ (vedi foto con il giornalista Marcello Masi di Linea Verde già direttore di Rai2) e, perché no, anche cultura, quelli che Marcello Schillaci serve ogni giorno alla Cantina di Porta Romana, nel cuore antico di Teramo dove probabilmente sono nati alcuni dei piatti più importanti della cucina locale. Custode delle celebri virtù e “padre” del disciplinare che nel 2011 ha cristallizzato la ricetta del piatto tipico del primo maggio, Schillaci torna a difenderle dopo che sono tornate ad essere “oltraggiate” da una ricetta “eretica” presentata durante una trasmissione su RAI1. Schillaci che il 23 aprile sarà nella fiera di Teramo e il 26 aprile terrà la sua lezione all’alberghiero di Giulianova ci ricorda che “C’è una mercificazione che andrebbe controllata – dice – , perché il turista parte anche da lontano per venire a mangiare le virtù, e laddove non viene preparato secondo le regole, nel migliore dei casi mangia un buon minestrone ma che non ha nulla a che vedere con le virtù”. Alla Cantina di Porta Romana, patria dell’enogastronomia teramana, le virtù, piatto tipico della tradizione costituito da un insieme di verdure, legumi, odori, carni e pasta, vengono servite per l’intero mese di maggio.
Leo Nodari