Cristiano, ho letto il tuo elzeviro su Rolling Stone (link: https://bit.ly/3MComgG) a proposito delle polemiche sul concertone di Bruce Springsteen a Ferrara e sono molto d'accordo sul fatto che l'evento non andasse annullato, per questioni economiche ma soprattutto perché sul sito non c'erano disagi dovuti all'ultima alluvione; ma dico pure che il ragazzo di Long Branch, New Jersey, poteva fare tanto ma ha deciso di non fare niente.

Ricordo invece che Vasco donò il suo compenso per l'esibizione al concertone del 1° maggio del 2009 non al terremoto de L'Aquila ma agli orfani dei morti sul lavoro, ai quali l'evento era dedicato, credo fossero 250.000 euro: il ragazzo di Zocca, Emilia, poteva fare niente ma decise di fare tanto, e con una coerenza che è stata una Lezione, e per Vasco quello fu l'unico live del 2009 (ho visto che c'eri anche tu in quella edizione in compagnia di Manuel Agnelli e Samuel dei Subsonica).



Però, aggiungo anche, rispetto a quello che hai scritto, che solo i dissociati (ma questa è una patologia e sono quindi perdonati) o i menefreghisti non si accorgono del mondo, quando invece un artista, un poeta autentico, non può fare a meno di accorgersi del mondo, che non vuol dire mettere mani al portafogli ma usare, almeno, le parole per dire.



Spero per lui, per Springsteen intendo, che lo abbia fatto in privato di spendere almeno un pensiero per le vittime e per gli sfollati dell’Emilia-Romagna, oltre le legittime preoccupazioni per il concertone, per i milioni investiti per organizzarlo e per il cachet, e ciò non posso escluderlo (e non va escluso).



Non credo che Bruce Springsteen sia un poeta perché urla troppo e l'ho trovato, sul palco, sempre un po' cafone, per come canta a squarciagola, le carotidi gonfie come palloncini, le camice tutte già sudate dentro un paio di pezzi, e quel modo così grezzo di suonare la chitarra proprio non lo ho mai apprezzato; però sua madre Adele era con certezza di origini campane: ecco, Cristiano, se è vero che un artista non può davvero correre dietro alle alluvioni, è altrettanto vero che l'Italia dovrebbe essergli più famigliare del Bangladesh. Vasco invece, sì, è un poeta, perché non è indifferente al mondo: “Io sto arrivando, noi musicisti possiamo cercare di portare un po’ di gioia ed è quello che faremo tra qualche giorno allo stadio di Rimini. Non vedo l’ora.” fa sapere Vasco agli alluvionati.



MASSIMO RIDOLFI



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