“Mi hanno rubato le chiavi dell’azienda dalla macchina e hanno cercato di entrare…”. Non è diventata una storia di cronaca solo per un caso, quella che racconta Vito Tribuzio, imprenditore di Bellante che, ieri, ha rischiato di vedere per la terza volta il suo capannone visitato dai ladri. Tribuzio è titolare di un’azienda che importa prodotti per piccoli animali, e già nel 2016 quello stesso capannone fu teatro di un furto dolorosissimo: “Ci portarono via merce per 120mila euro - racconta Tribuzio - poi siamo venuti abitare sopra al capannone e nel 2019, durante la notte, ci accorgemmo che stavano cercando di entrare di nuovo, ma senza riuscirci… chiamai Carabinieri, Polizia e Finanza, ma non venne nessuno”.
E ieri, è successo di nuovo: “Eravamo andati a Giulianova, a fare la spesa, poi siamo andati a fare una passeggiata al porto, e quando eravamo lì è scattato l’allarme a Bellante, ma abbiamo visto con le telecamere che era tutto a posto… poi quando siamo tornati a casa, abbiamo scoperto che qualcuno aveva cercato di entrare in azienda e… guardando le immagini delle telecamere, abbiamo visto un ragazzo con un monopattino, che passa davanti all’azienda, poi con un telecomando cerca di aprire il cancello, ma fa scattare l’allarme… e scappa, e non solo, abbiamo anche scoperto che mi avevano rubato le chiavi dalla macchina, forse proprio mentre facevamo la spesa, così oggi ho chiamato i Carabinieri…”.
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E qui comincia l’altra parte della notizia, quella che ha appesantito questa vicenda di ulteriori carichi di negatività, quella che fa di Vito Tribuzio non un imprenditore preoccupato, ma un cittadino deluso: “I Carabinieri di Bellante non hanno risposto al telefono, quelli di Alba Adriatica neanche, a Teramo mi hanno risposto che mi devo presentare lunedì a fare la denuncia, portando le immagini su un supporto magnetico …ma quale supporto magnetico? A me sembra assurdo che davanti ad un cittadino che denuncia un tentato furto, nessuno senta il bisogno di intervenire subito… ho dovuto insistere mezz’ora per avere finalmente una pattuglia”.
Poi la pattuglia è arrivata, e mentre raccoglievano la denuncia, una figlia dell’imprenditore ha notato tre persone che si avvicinavano all’azienda e uno sembrava il ragazzo col monopattino. Si sono dati subito alla fuga, i Carabinieri li hanno inseguiti ma senza fortuna. Resta, in Vito Tribuzio, l’amarezza per una vicenda carica di mancate risposte.