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Tra domani e giovedì, non oltre. Questo il tempo che ci si è dati in casa Ssd Città di Teramo per deliberare "l'unità di intenti" che si augura l'imprenditore ed editore televisivo Filippo Di Antonio in merito alla sua proposta di entrare nella società ed allargarla al contributo di altri imprenditori disposti "non a metterci solo dei soldi ma a condividere un progetto valido e duraturo". Un progetto che, per Di Antonio, deve ridisegnare anche l'immagine di una società calcistica che, oggi, invece, si presenta come "un enigma" con soci ai ferri corti che non si parlano praticamente più. Il tutto, a discapito di un'interlocuzione fattiva per porti, da un lato, all'urgente trasformazione della società in una SSD arl e, dall'altro, ad una "gestione strutturata, ben definita e di prospettiva". In fondo, stiamo parlando della squadra della città capoluogo. E già questo dovrebbe far eliminare ogni personalismo troppo litigioso, con diktat frenanti (se ci sta lui, io me ne vado e viceversa) e puntare sull'immediato ok all'ingresso di imprenditori. La premessa è la chiarezza, anche sulla situazione contabile. Motivo per cui il commercialista Di Polidoro dovrà dettagliare allo stesso Di Antonio, nero su bianco, la stato di salute economico della società chiaramente fatta salva la famosa unità d'intenti attesa dall'assemblea dei soci nelle prossime ore. La ssd Città di Teramo è una società sana? "Diciamo che, da quanto mi è stato detto informalmente ci sono dei debiti ma non rappresenterebbero, in ogni caso, un problema dirimente" dice Di Antonio, confermando i rumors circa la sua disponibilità anche ad entrare accollandoseli e svincolando così l'attuale litigiosa governance capitanata da Eddy Rastelli. Ma debiti a parte, Di Antonio punta al progetto: "C'è da favorire una società forte, con l'ingresso di più imprenditori e tracciare un punto zero da cui ripartire. Va rivista, secondo me, con estrema umiltà lo dico, la gestione complessiva. Sapere con chi parlare, già sarebbe un ottimo punrto di partenza. E poi l'immagine che come società bisogna dare all'esterno, per me, è fondamentale. Come dire...è questione di mentalità ed approccio. Io nella vita faccio l'imprenditore, non gestisco onlus, ci mancherebbe, ma so quello che voglio dare alle mie imprese e so quanto conti presentarsi con serietà e affidabilità all'esterno". E' particolarmente ottimista Di Antonio rispetto alla questione-stadio Bonolis: "Credo fermamente che ci siano buone possibilità per trovare una soluzione, agendo con ragionevolezza e in un'ottica di ascolto e confronto col gestore (Franco Iachini, ndr). Certo, in questa fase e finchè non sarò nella società non compete a me parlarci" E infatti ci si aspetterebbe che a parlarci, non certo da oggi, fossero gli attuali vertici del Città di Teramo troppo impegnati in ripicche e scaramucce personali che nulla di positivo contribuiscono a portare al tavolo. Basti pensare che ieri erano assenti in Comune sia Schiappa sia Spinelli, causa mancata comunicazione della convocazione dell'incontro con la Commissione ed il sindaco. Ma Rastelli c'era e ci si chiede chi avrebbe dovuto avvisarli se, vero come è vero, non c'è dialogo? Di Antonio è disponibile ad assumere anche la maggioranza di quote della società. Ma non gli piace essere definito, come accaduto, un uomo solo al comando. "Io lavoro di squadra e per la squadra, l'ho sempre fatto anche nelle mie precedenti esperienze in società calcistiche. Ovvio che, in una società, ci sarà sempre chi avrà una quota in più degli altri ma il progetto si condivide tutti e non si va in giro a parlare a titolo personale", conclude. Attendendo l'unità di intenti dei soci (si parleranno in assemblea?), strasollecitata anche dalla Commissione presieduta dall'avvocato Gebbia e dal sindaco. 

Paola Peluso