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AULAVUOTA2È stata come un fulmine a ciel sereno, la comunicazione che la dirigente scolastica della D’Allessandro, Lora Anna Maria D’Antona Catacuzzena, ha inviato alle famiglie, a pochissime ore dalla conclusione dell’anno scolastico, annunciando, nei fatti, una rivoluzione.

“Si comunica che gli Organi collegiali di Istituto, hanno valutato l’opportunità di articolare le attività didattiche della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria di Primo Grado su cinque giorni settimanali (dal lunedì al venerdì) per l’anno scolastico 2023-24”.

Traduzione: nel prossimo anno scolastico gli iscritti alle elementari: Risorgimento, San Berardo e De Jacobis e quelli delle medie D’Alessandro, faranno la settimana corta.

In totale, 885 studenti, cioè 551 della primaria e 334 delle secondaria che non andranno a scuola di sabato, ma seguiranno le lezioni con orari più lunghi durante la settimana.

Bella idea, no?

E invece no, perché 885 studenti significa anche 800 famiglie che, adesso, dovranno trovare il modo di gestire i figli nella mattinata del sabato, quando molti - non essendo tutti impiegati - devono lavorare.

E ancora, la decisione assunta dalla direzione delle scuole, ha anche fatto venire meno il “motivo” per il quale molte famiglie avevano scelto proprio quelle scuole: la decisione di non adottare la settimana corta, già introdotta in altre scuole teramane.

E adesso?

Come faranno quelle famiglie?

Poteva la scuola cambiare le regole, in corso d’opera.

“Avrebbero almeno potuto introdurla dalla prima, con una modifica graduale - dice un genitore - lasciando che le altre classi chiudessero il loro percorso con l’orario attuale”.

Niente da fare, la decisione è presa:

Ma tra i genitori c’è chi non si rassegna, vuole protestare e protesterà, mentre qualcuno ora a di cambiare scuola.