«Sono mortificato per situazioni che ormai da troppo tempo a Teramo danneggiano il Turismo. Infrastrutture e scelte mal gestite. Dalla ventennale vergogna dell erosione costiera all altrettanto ventennale malagestione degli impianti ai Prati di Tivo. Nessuno è escluso da questa grave responsabilità morale e politica. Una vergogna sociale di livelli incredibili per cui tutti hanno fatto orecchie da mercante. A nessuno interessano i fallimenti aziendali e le perdite di esercizio registrate negli anni a causa di tutto questo disastro indotto a causa di scelte scellerate ed irresponsabili. Mi vergogno veramente di tutto ciò ed onestamente pensavo di non arrivare a vivere queste esperienze che solitamente appartengono a stili di paesi e culture sottosviluppate. Si salvi chi può...».
A scriverlo in uno dei tanti commenti alla notizia del sequestro della cabinovia dei Prati di Tivo, è Giammarco Giovannelli presidente regionale di Federalbeghi, e come lui in molti vorrebbero saperne di più di cosa sia accaduto sabato sera quando alle 19 sono piombate sul piazzale dei Prati le macchine della Guardia di Finanza di Teramo per mettere i sigilli alla cabinovia. Ma si sa le inchieste (perchè sarebbero due quelle in corso) hanno i loro tempi e il loro iter e per questo vanno sempre rispettate.
La notizia ha lasciato senza parole tutti. Gli operatori sono passati in un attimo dalla felicità e dall'ottimismo per la riapertura alla tristezza più nera.
Flavio Poltrone, medico, commenta la notizia così: «Negli anni hanno fatto di tutto per distruggere uno dei posti turistici più belli d'abruzzo. Ricordo 40 anni fa com'era bella prati di tivo! Piste da sci, hotel, ristoranti, pizzerie, bar, tantissima gente.....poi pezzo dopo pezzo, grazie alla politica &C è stata demolita pezzo pezzo. Oggi un luogo desolato e privo di ogni...applausi».
Gli fa eco Erminio di Lodovico, operatore del posto che dei Prati di Tivo ne sa eccome: «La situazione sta arrivando a livelli dell'incredibile, ma purtroppo non posso non dire che queste situazioni sono prodotto di SCELTE STRATEGICHE SBAGLIATE già qualche anno fa. Da troppi anni "si naviga a vista", ed è ovvio che così facendo ci si ritrova perennemente in "modo emergenza"».
Antonio Rccioni anche lui un operatore dei Prati da sempre, invece scrive: «Io non commento comincio ad non avere più la forza, vedo/sento gente esultare complimenti. Il territorio ringrazia….».
Ed in tutta questo caos amministrativo e giudiziario nessuno: nè la Regione Abruzzo che ha firmato le carte (doveva farlo?), nè il Comune di Pietracamela, nè il Gestore Finori, hanno fatto sapere alla Provincia di Teramo che è la proprietaria della cabinovia e tanto meno alla Gst della riapertura di sabato scorso. Qualcosa non va neppure con le comunicazioni che sono risultate completamente assenti ma da sottolinere che magicamente si è fatta viva la politica, guarda caso, il sottosegretario Umberto D'Annuntiis che non avendo risolto nulla ancora l'erosione della costa (vedi Alba Adriatica e non solo) ha pensato bene di farsi vivo ai Prati di Tivo...portasse sfortuna?
Come noto sono cinque gli indagati (Per saperne di più leggi qui)) tra cui lo stesso Marco Finori nella sua veste di rappresentante legale della società di gestione e per la manutenzione nel 2022 e non quelle per il 2023. Gli altri sono figure tecniche.
Le ipotesi di reato contestate a tutti in concorso sono l'attentato alla sicurezza dei trasporti e la falsità ideologica. In particolare, contesta il pm, sarebbero stati fatti dei passaggi quando ancora non era intervenuta la nomina del direttore di esercizio dell'impianto. Così si legge nel provvedimento giudiziario: «Gli indagati inducevano in errore, mediante inganno, il dirigente del Dipartimento infrastrutture e trasporti della Regione Abruzzo il quale in data 4 agosto 2022 rilasciava la determinazione dirigenziale ideologicamente falsa con la quale si autorizzava il trasferimento dell'autorizzazione al pubblico esercizio a favore della ditta "Marco Finori s.r.l" relativo all'impianto di seggio/cabinovia. Pertanto, in ragione dell'assoluta irregolarità della modalità con le quali le attività di manutenzione risultavano essere state svolte sul predetto impianto che non permettevano di ritenere espletato un effettivo e qualificato riscontro di tutti i canoni di sicurezza previsti per la riapertura della seggio-cabinovia, gli indagati ponevano in essere un comportamento idoneo a determinare un evento di pericolo concreto nella sicurezza del pubblico trasporto per l'utenza e il personale addetto alla struttura».
L'avvocato di Finori: Gianni Falconi ha già annunciato ricorso al Riesame da parte della società per chiedere il dissequestro.
Elisabetta Di Carlo