Ci sono alcune cose da rimarcare su quanto accaduto oggi nella nostra città. Un giornale, “Il Centro”, pubblica un articolo in cui si legge che l’amministrazione comunale prevede una spesa di 7 milioni e mezzo per “riqualificare” il vecchio Comunale prevedendo “solo” 200 spettatori. Non lo scrive solo nel titolo, ma, anche in lettere (come si fa negli assegni), scrivendo “duecento”. Non posso che rimarcare la cosa in un corrosivo in cui alquanto duramente accuso il sindaco D’Alberto. Il quale mi chiama al telefono e mi precisa che il numero degli spettatori non è duecento, ma duemila. Gli faccio osservare con una certa durezza che allora mi sarei aspettato da parte del suo fornitissimo ufficio stampa una pronta rettifica, che non c’era stata. Mi risponde che nell’articolo non veniva riportata alcuna sua dichiarazione virgolettata. Faccio osservare che la rettifica sarebbe stata doverosa lo stesso, sia pure tardiva. Il sindaco ne annuncia una, che adesso arriva, post prandium. Ne prendo atto. Però insisto nel dire quel che ho detto al telefono a lui: che rimane la spinosa questione dell’asserita, e da lui confermata”, PARZIALE salvaguardia della struttura, affermazione nella quale leggo la conferma dell’abbattimento della tribuna. Ne chiedo conferma all’interessato e la conferma non arriva, ma nemmeno la smentita. Il sindaco risponde che decideranno i cittadini. Insisto: è in grado di affermare che la tribuna non sarà abbattuta? No, non lo fa, continua a non garantirlo e a non promettere. Io gli dichiaro che, se abbatterà la tribuna, gli farò guerra. Fine della telefonata, alquanto tempestosa almeno da parte mia, perché da parte sua il sindaco è conciliativo, anche di fronte ad altre mie contestazioni riguardanti la gestione dello stato di Piano d’Accio, che secondo me potrebbe essere revocata, ma lui dice di no. Ribadisco, al di là dell'errore dei giornalisti de “Il Centro”, (se errore è stato davvero), che la questione di fondo rimane. Così come viene configurato, il progetto di riqualificazione del vecchio Comunale non mi pare un progetto di riqualificazione, ma di abbattimento, quale che sia il numero di spettatori previsti. Soprattutto le intenzioni non sono chiare. Per questo la tardiva precisazione del sindaco giunge opportuna, anche se forse c’è voluta per averla una mia sollecitazione, almeno sul punto (il numero previsto degli spettatori). Ma io gradirei altrettanta chiarezza su altri punti che sono ancora oscuri o chiari in senso negativo: abbattimento della tribuna e gestione dello stadio di Piano d’Accio, che, assegnato primariamente al Monterosi, sarà accessibile ad altre società a date condizioni e a date restrizioni, dettate da una priorità accordata alla squadra laziale.
Elso Simone Serpentini