Prenotare un ombrellone o una palma, sulla spiaggia di Giulianova, pagare un anticipo... e ritrovarsi senza.
Questa è una storia che finisce col caldo, ma comincia col freddo che avvolgeva le giornate di gennaio, quando i clienti del “Fuoririva” di Giulianova (così si chiamava lo stabilimento giuliese da qualche anno) hanno ricevuto un messaggio whatsapp.
Era, appunto, la gestione del lido giuliese, che proponeva il rinnovo dell’acquisto della stagionale per ombrelloni e palme, con un piccolo sconto e pagamento in tre rate: febbraio - maggio - giugno. E in molti hanno aderito. In una sessantina, pare (il dato è per sua natura approssimativo), versando il relativo anticipo quale prima rata.
A maggio, però, mentre si avvicinava la seconda rata, qualcuno ha notato che lo stabilimento non aveva ancora ripiantato gli ombrelloni e che, a differenza di altri lidi, non stava riaprendo. E’ tradizione, sulle nostre coste, che dopo Pasqua si comincino a riaprire lidi, chalet e stabilimenti, e infatti molti a fine maggio erano già attivi.
Il “Fuoririva”, no.
Ufficialmente, riferivano i gestori, era perché si dovevano risolvere una serie di problemi organizzativi col titolare della concessione.
Non potevano sapere, i clienti che avevano già pre-prenotato palme e ombrelloni, che in realtà quei “problemi organizzativi” erano l’azione giudiziaria che lo stesso titolare della concessione, Filippo Di Filippo, gestore del Serenella dal 1984, aveva mosso contro i gestori per inadempienza contrattuale.
«Non sono stato pagato - racconta lo stesso Filippo Di Filippo - avevamo concordato un canone di gestione di 60mila euro l’anno, per il ristorante, lo stabilimento e la spiaggia, e per qualche anno è andato tutto bene, poi pero’ l’anno scorso niente…»
Già, niente.
Nel senso che il titolare della concessione vantava un credito di 60mila euro. Richieste, solleciti, altro solleciti, mentre la controparte eccepiva che non fosse quello il credito, perché erano stati effettuati dei lavori da scorporare.
Alla fine, l’unica soluzione possibile è stata quella di chiedere l’intervento di un giudice, perché obbligasse il gestore alla riconsegna delle chiavi.
Cosa avvenuta, non senza difficoltà «Ho dovuto minacciare l'intervento di Polizia e Carabinieri», solo il 15 giugno.
Tutto risolto?
Sì, anzi: no.
Restano quella sessantina di clienti che avevano versato gli acconti per ombrelloni e palme, che adesso dovrebbero ottenerne il rimborso dalla precedente gestione. Operazione che, secondo le testimonianze raccolte da certastampa, sarebbe stata garantita, ma per ora nessuno avrebbe ricevuto nulla.
Perché?
«Perché fino al 7 luglio è tutto sospeso, perché il 7 luglio deve succedere una cosa - spiega il signor Daniele della Fuoriviva, dopo averci tacciato di raccogliere "voci di paese" - e io fino al 7 luglio non dico nulla».
Proviamo a chiedere cosa intenda fare delle persone che hanno pagato un anticipo, e la risposta non è molto diversa: «Lei scriva quello che crede, io risponderò nel modo opportuno».
Prima di salutarci, l'ex gestore sottolinea «Non sapete di cosa state parlando» e rimanda tutto al dopo 7 luglio.
Nell'attesa, chi ha prenotato (e pagato in parte) un ombrellone che farà?
«E adesso io cercherò di dare una mano a queste persone che hanno pagato l’acconto… - spiega Filippo Di Filippo - ma certo non posso farmi carico di quell’anticipo, quello che posso fare è lasciare per loro il prezzo invariato dall’anno scorso, senza applicare gli aumenti di quest’anno, che sono del 20%, e poi farò anche uno sconto, di un centinaio di euro sulle palme e di qualcosa in meno sugli ombrelloni… ho anche aumentato il numero delle palme, per poter accontentare tutte le richieste, voglio aiutare, ma non posso fare molto di più di questo… quello che ci ha rimesso di più, sono io…»
NELLE FOTO IL SERENELLA OGGI