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CampoxLe aree protette ribattezzate “il mostro verde” continuano l’avanzata sui nostri territori, dalle Alpi agli Appennini, con altri vincoli legati ai corridoi faunistici, finanziati dalla comunità europea per un importo di oltre 5 milioni di euro e le associazioni ambientaliste si sono tuffate a capofitto nel progetto. 

Nel provento c’è  una foto (vedi sopra) di come vogliono trasformare le nostre montagne! Tutto questo per la tutela dell’orso marsicano in via di estinzione: quanti soldi dobbiamo ancora spendere, e soprattutto quante angherie deve subire il mondo rurale, da parte di questi santoni dell’ambiente!? 

Un progetto che prevede altri vincoli all’insaputa delle attività locali, nessuno è stato informato di questo folle progetto, eppure si legge dal sito dei parchi che le categorie sono tutte d’accordo! Con l’aiuto della comunità europea vogliono trasformare le nostre montagne fortemente antropizzate in un parco simile allo Yellowstone, tanto è vero che questi santoni dell’ambiente insieme ad alcuni sindaci, alcuni mesi fa, sono andati a visitarlo! 

Bastava andare in Romania, per rendersi conto di come gestiscono gli orsi e soprattutto di come si tutela la popolazione, attraverso le compagnie telefoniche che avvisano con sms la presenza dell’Orso nella zona.   

Ma torniamo al rischio di estinzione dell’orso marsicano, che ha determinato la realizzazione di corridoi faunistici. Da quando è nato il parco nazionale, i soldi sono arrivati a pioggia fino ai tempi nostri, con finanziamenti che superano i 12 milioni di euro e gli orsi sono finiti sotto i treni, investiti dalle auto nei giardini delle case, in 40 anni di attività del Parco Nazionale  ecco cosa emerge da una ricerca: Sono 95 gli orsi morti di cui ha traccia l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise nel periodo dal 21/06/1971 a domenica 7 luglio 2013 persi per cause diverse. 75 gli orsi trovati morti in Comuni del versante Abruzzo del Parco, 12 i decessi nel Lazio e 8 in Molise.Però mancano quelli dal 2013 al 2023 e il parco dimentica di citare gli orsetti predati da grossi branchi di lupi, quando non banchettano con i vitelli di Orazio Tatangelo, che detiene quasi 700 vacche al pascolo, senza contare gli orsi abbattuti per i prosciutti degustati in cenette bracconiere. Uno in particolare che lo scrivente ricorda, è l’orso Bernardo, ucciso dal narcotico,  ma si è pensato bene di mettere sotto inchiesta tutti gli allevatori ricadenti nel parco, per il quale fu fatto il calendario sponsorizzato da un quotidiano e venne piantato un meleto, finanziato con i soldi dei cittadini, ma del frutteto è rimasto solo un ricordo, i meli regalati dalla Forestale si sono seccati tutti. Se il nostro tanto stimato parco, avesse creato le condizioni al fine di sfamare una popolazione cosi bassa di orsi marsicani, forse ora avevamo 150 orsi al posto di 50. Invece si continua ad allargare le aree protette, si seguitano a cacciare dal parco le categorie che creano la biodiversità gratuita. Qualcuno di questi cervellotici zoologi, ci dovrebbe spiegare come mai in Trentino gli orsi sono aumentati di numero così velocemente? Noi siamo sicuri che tutto sia legato ad un fattore alimentare, dovuto ad un territorio rurale mantenuto in perfette condizioni dal laborioso popolo trentino e con una politica molto vicina al mondo rurale. Invece, in Abruzzo si getta fango su quei pochi che popolano le nostre montagne, resistendo ad attacchi gratuiti portati anche da articoli di una stampa compiacente, tutto supportato dalla politica regionale. Ecco spiegato il motivo per cui in Abruzzo gli orsi sono rimasti sempre 50 unità

Il coordinatore regionale

Dino Rossi