"Le intercettazioni, ambientali e telefoniche, sono state fondamentali e ci hanno restituito non solo un quadro allarmante di quanto stava accadendo ma ci hanno anche permesso di capire e di cogliere la piena consapevolezza da parte degli indagati di ciò che stava accadendo". Lo ha detto il procuratore di Trani, Renato Nitti, nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell'inchiesta chiamata 'Albacares' che ha portato all'arresto in carcere di cinque persone, altre sei sono finite ai domiciliari e per altre sette è stato disposto il divieto di dimora (per cinque) e l'obbligo di dimora (per due). In carcere sono finiti i vertici di due imprese ittiche di Bisceglie
(Barletta-Andria-Trani) - la "Ittica Zu Pietro Srl" e la "Izp processing" - e di due tra laboratorio di analisi e società di consulenza e certificazioni di Avellino - la "Innovatio Srl" e "Studio summit Srl". Le accuse contestate a vario titolo sono associazione per
delinquere finalizzata all'adulterazione di sostanze alimentari,
frode nell'esercizio del commercio e falsità ideologica commessa
dal privato in atto pubblico. Le indagini, condotte dai
carabinieri del Nas, sono iniziate nel giugno del 2021 dopo
alcuni casi di intossicazione registrati in diverse province
italiane. Nello specifico ne sono state accertate "sei a
Firenze, una a Lavagna in Liguria, 10 a Benevento, tre a
Bisceglie" a cui si sono aggiunte quelle provocate dall'acquisto
di prodotti in pescheria e sono state "5 a Bitonto, 4 a Pezze di
Greco nel Brindisino, altrettante a Pescara e cinque a Teramo.