Il settore apistico è in crisi. In una nota l'associazione d'Abruzzo indirizzata alla Regione e agli organi competenti scrive: " Egregio Assessore Imprudente, la presente comunicazione, per rappresentare la profonda crisi che il settore apistico della Regione Abruzzo, come nel resto dell'Italia, sta purtroppo attraversando anche nella campagna produttiva 2023.
Dopo le enormi difficoltà registrate nelle annualità 2019 e 2021, nelle quali si era evidenziata una notevole perdita di produzione del miele e degli altri prodotti dell'alveare, a causa delle condizioni meteo particolarmente avverse quali freddo e gelate in primavera e siccità durante il periodo estivo, la stagione produttiva 2023 appare ulteriormente e significativamente più critica. RIspetto alle stagioni precedent, la stagione produtava in corso si e caratterizzata per: un autunno particolarmente caldo con forti anomalie positive nel mese di ottobre 2022; un inverno particolarmente caldo soprattutto con temperature record del mese di dicembre (in cui si sono registrati valori medi, minimi e massimi molto elevati);
una primavera caratterizzata dal mese di aprile con gelate, temperature sotto media e siccità e dal mese di maggio con vento e precipitazioni abbondanti, tali da rendere li maggio 2023 uno di più piovosi dal 1961.Tali condizioni climatiche hanno comportato un allungamento dell'attività degli alveari nel periodoautunnale
einvernale e costringendo gli apicoltori della regione Abruzzo ad alimentare costantemente le api per evitare unamoradirtusapercarenzadiciho.
Nel periodo primaverile 2023. le temperature sotto media. le correnti continue da nord con venti tesi e le
forti precipitazioni, hanno impedito il regolare volo delle api non consentendo loro di svolgere la naturale attività di bottinamento proprio nel periodo di fioritura più importante dell'anno, impedendo la produzione di miele primaverile un particolare Robinia pseudoacacia e mettendo alI apicoltori nella necessita imprescindibile di continuare ad alimentare le apianche nel periodo primaverile.
Tali concause hanno esposto tutti eli apicoltori, professionali e non. a:
incremento sensibile dei costi di produzione con una alimentazione forzata continuativa da ottobre
2022 ad oggi e non ancora conclusasi visto li perdurare di condizioni climatiche avverse;
assenza totaledi produzione di miele di acacia, assenza di qualsiasi tipo di miele primaverile 2023;
riduzione delle potenzialità produttive nel proseguo della stagione a causa dei ritardi nello sviluppo e nel rafforzamento delle famiglie all'interno delle singole arnie.
Le criticità sopra esposte, sommate a quelle delle stagioni precedenti caratterizzate anch'esse da scarsità d produzione, sia di miele che di prodotti dell'alveare,stanno esponendo gli apicoltori ad una crisi produttiva ec economica sostanzialmente continuativa dal 2019 di assoluto impatto socio economico tale da portare il settore apistico regionale, in particolare quello professionale, sull'orlodel fallimento
La normativa nazionale e regionale riconosce il ruolo essenziale dell'apicoltura:
Legge regionale n.23 del 9 agosto 2013 Art.1) comma 1) [...] riconosce l'apicoltura come attivita' di interesse regionale utile per la conservazione dell'ambiente naturale, dell'ecosistema e dell'agricoltura ir generale•
Tenuto conto che le condizioni sopra richiamate stanno compromettendo totalmente la stagione produttiva
apistica 2023 e che il settore è sostanzialmente colpito da una crisi continuativa a partire almeno dal 2019, appare evidente lanecessita urgente al riconoscere lo stato di crisi e di calamità del settore.